Estero

Caserma della Guardia Pontificia: passi avanti per il restauro

Mercoledì al Palazzo Apostolico del Vaticano la sottoscrizione del protocollo d’intesa per gli importanti lavori di ristrutturazione

Buone nuove per la ‘California’
(Keystone)
30 aprile 2022
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Mercoledì prossimo in Vaticano sarà sottoscritto un accordo di cooperazione fra la Segreteria di Stato della Santa Sede e la Fondazione per il restauro della caserma della Guardia svizzera pontificia in Vaticano, che raccoglie il denaro per i lavori.

La firma dell’intesa dovrebbe dare dunque il via alla ristrutturazione, di cui si parla ormai da anni. L’evento interviene nell’ambito della cerimonia di prestazione di giuramento, venerdì, di 36 reclute della Guardia svizzera pontificia, indica una nota odierna della stessa Guardia.

Attualmente la caserma è composta di camerate, dove vivono anche dieci guardie insieme. È umida e senza aria condizionata. Tra le guardie la caserma è chiamata anche ‘California’ per il particolare caldo che c’è l’estate. I bagni sono in comune.

Il rinnovamento si rende necessario anche per il fatto che il papa ha deciso nel 2015 di aumentare il numero delle guardie da 110 a 135 e gli spazi non sarebbero sufficienti. "Dopo l’analisi iniziale, è apparso chiaro che un’accurata ristrutturazione dell’edificio era essenziale", afferma al portale Salzburg Jean-Pierre Roth, il banchiere a capo della Fondazione per il restauro. "Le condizioni sono semplicemente drammatiche. Fa freddo in inverno e caldo in estate. E i costi di manutenzione sono alti".

La fondazione vuole raccogliere 50 milioni di franchi per i lavori di ristrutturazione e riconversione. Roth, ex presidente della Banca nazionale svizzera, ha già raccolto oltre 42 milioni di franchi, comprese donazioni di privati e fondazioni. Cinque milioni sono stati stanziati dal Consiglio federale.

Quanto ai tempi, si dovrebbe cominciare a lavorare nel 2026, considerato che il 2025 è l’Anno Santo e "un cantiere sarebbe un problema", come dice lo stesso Roth al portale austriaco.

In origine, i nuovi edifici dovevano essere inaugurati nel 2027, 500 anni dopo il sacco di Roma, quando il 6 maggio 147 guardie svizzere morirono al servizio di papa Clemente VII.

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