Estero

Putin all’Europa, ‘siete degli irresponsabili’

La telefonata tra il presidente del Consiglio Ue Michel e il presidente russo ha aumentato la consapevolezza che le posizioni sono distanti

Vladimir Putin
(Keystone)
22 aprile 2022
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Novanta minuti di colloquio per certificare che l’Europa e la Russia, oggi più di ieri, sono ormai nemici. La telefonata tra il presidente del Consiglio Ue Charles Michel e il presidente russo Vladimir Putin aumenta la consapevolezza, a Bruxelles e nelle cancellerie del Vecchio continente, che la fase due della guerra in Ucraina sarà lunga e, se possibile, ancora più cruenta e rischiosa.

Le posizioni si stanno progressivamente allontanando e nel corso del colloquio Michel ha ribadito al capo del Cremlino come l’Unione sia pronta a dare ogni sostegno possibile all’Ucraina. Scatenando l’ira dell’interlocutore: "Sulla necessità di una soluzione militare del conflitto, l’Europa è irresponsabile", è stato l’attacco di Putin.

Martedì l’incontro tra il segretario dell’Onu e il leader del Cremlino

In un venerdì segnato dal pessimismo diplomatico l’unico spiraglio è aperto dall’incontro che, martedì al Cremlino, avranno il presidente russo e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. "Pieno sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite per una tregua", ha sottolineato Michel, che dopo Putin ha sentito proprio Guterres. Ma le aspettative sono minime.

Prima del 9 maggio, è la convinzione che serpeggia nei corridoi dei vertici europei, nulla cambierà. "Le prossime due settimane saranno decisive", hanno ammesso fonti europee alla luce degli ultimi aggiornamenti sul fronte diplomatico e su quello militare. Parlare di tregua, ora, sembra più che mai un’utopia. "La verità è che una trattativa potrà essere decisa solo a seconda di cosa accadrà sul terreno" nel breve periodo, è l’osservazione avanzata dalle fonti europee.

Una posizione che trova sponda anche al di là della Manica, dove il premier britannico Boris Johnson non solo ha avvertito che la "guerra potrebbe durare fino alla fine del 2023" ma ha ammesso che questa guerra la Russia "la può vincere".

Si va avanti quindi, restando al fianco di Kiev nella convinzione che a Putin nulla può essere concesso. La prossima settimana toccherà al sesto pacchetto di sanzioni europee vedere la luce. La Commissione dovrebbe prima presentare il suo lavoro alle capitali europee e poi, dopo l’ormai usuale ciclo di riunioni degli ambasciatori dei 27, le nuove misure entro l’inizio di maggio dovrebbero entrare in vigore.

Saranno sanzioni dure. Per Mosca ma anche per l’Ue. L’ipotesi è che ci si muova sullo stop al petrolio russo, magari prevedendo - come è accaduto per il carbone - un periodo di ‘phasing out’ e non un embargo immediato, impossibile anche per i contratti in essere. Sarà inoltre allargata la lista delle banche russe escluse dal sistema Swift.

Nel corso del colloquio con Putin Michel ha dettagliato le misure messe in campo contro Mosca, preannunciandone delle nuove e rimarcando come l’Ue sia "preparata" a fare dei sacrifici pur di adottarle. Il presidente del Consiglio Ue ha voluto dare un’ulteriore prova di unità europea al suo interlocutore e, allo stesso tempo, tenere comunque aperto un canale con il Cremlino. Anche perché, hanno spiegato fonti Ue, "Putin è restio a parlare con Zelensky direttamente, come richiesto invece da Kiev".

Ma nel corso del colloquio Michel ha provato a illustrare anche la visione europea della guerra in Ucraina, con tutti gli errori di calcolo, le perdite e le atrocità che hanno riguardato l’esercito russo. A Bruxelles si ha infatti la "forte" impressione "che non tutte le informazioni dal campo siano condivise con Putin". Eppure l’Ue, a Mosca, continua a trovare di fronte a sé un muro. "Il disagio dell’Occidente è evidente. Tutte le parti del mondo vogliono combattere la sua influenza", ha sentenziato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

All’Unione non resta che proseguire su una salita sempre più ripida, che dovrà portare ad aumentare gli aiuti a Kiev e a cercare ogni via per l’indipendenza energetica dalla Russia. L’Olanda ha annunciato di voler raggiungere l’obiettivo entro fine anno. Ma i costi, come Berlino continua a suggerire, rischiano di essere altissimi. "Questa non è una favola, il lieto fine potrebbe non esserci", spiegava un alto funzionario europeo dopo il nuovo botta e risposta tra Mosca e l’Ue.

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