Lo annuncia la giunta militare al potere, in occasione del capodanno buddista. Ma senza specificare se criminali comuni o prigionieri politici
La giunta militare al potere in Birmania ha annunciato che libererà oggi più di 1’600 detenuti in occasione del capodanno buddista, senza specificare se criminali comuni o prigionieri politici.
Il Paese del sudest asiatico sta vivendo forti tensioni da quando l’esercito ha estromesso il governo di Aung San Suu Kyi lo scorso anno, un colpo di Stato militare che ha scatenato massicce proteste e un’ondata di intensa repressione. Circa 1’619 prigionieri, di cui 32 di nazionalità straniera, sono stati amnistiati e saranno rilasciati in occasione del nuovo anno, ha riferito stamattina la televisione di Stato.
Non è stata fatta menzione dell’identità dei prigionieri graziati. Non è quindi chiaro se l’australiano Sean Turnell, ex consigliere di Suu Kyi, arrestato poco dopo il colpo di Stato, sarà nell’elenco dei prigionieri rilasciati. È sotto processo per aver divulgato segreti di Stato, pena punibile con 14 anni di reclusione.
La Birmania concede tradizionalmente l’amnistia a migliaia di prigionieri in occasione del capodanno buddista, evento che negli anni precedenti ha dato luogo a grandi celebrazioni, che quest’anno non si svolgono vista una repressione ancora molto diffusa.