Estero

Israele, cinque morti dopo attacchi armati a Tel Aviv

Ucciso dalla polizia l’autore che ha sparato sui passanti a Bnei Brak. È il terzo attentato in una settimana. In tutto sono deceduti 11 cittadini

I soccorsi nella periferia di Tel Aviv
(Facebook)

Sono cinque le persone uccise oggi in alcuni attacchi armati alla periferia della metropoli israeliana Tel Aviv. La polizia ha detto di aver sparato all’aggressore senza rivelare la sua identità. Tuttavia, i media israeliani affermano che l’autore dell’attentato a Bnei Brak (Tel Aviv) è un palestinese originario della Cisgiordania: Dia Hamarsha, 27 anni, originario del villaggio di Yabed, presso Jenin. Secondo il portavoce della polizia israeliana, Ely Levi è stato "neutralizzato" e ucciso da tre agenti dopo che aveva compiuto due fasi separate dell’attentato in due strade diverse della cittadina. Fra le vittime, un automobilista, due pedoni trovati senza vita, un’altra trovata in una via perpendicolare e una quinta vittima che era stata trasportata d’urgenza in ospedale in condizioni critiche.

In serata, i residenti di Bnei Brak, una cittadina ultra-ortodossa alla periferia di Tel Aviv, poi della vicina città di Ramat Gan, hanno denunciato un uomo che guidava un’auto e apriva il fuoco sui passanti. Le prime immagini diffuse dai social e dai media dell’attacco di stasera nella cittadina ortodossa, mostrano il terrorista impegnato in una caccia spietata al passante, che cade sotto i colpi del fucile mitragliatore, mentre in un lampo gli altri fuggono disperati cercando di trovare riparo. La polizia israeliana ha confermato questi attacchi e in seguito ha indicato che l’aggressore è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze di sicurezza che stavano pattugliando queste aree.

In base ad alcune testimonianze, il terrorista è arrivato sul luogo dell’attentato in moto. Subito da Gaza è arrivato il giubilo di Hamas e della Jihad islamica: "La lotta armata continua, siano benedette le mani degli eroi", ha detto su twitter Mushir al-Masri, un portavoce di Hamas. L’attacco non è stato ancora rivendicato. Questo è il terzo attacco in Israele in una settimana. Secondo i media israeliani, Hamarsha aveva già scontato sei mesi di prigione dopo l’accusa di legami con il terrorismo e vendita illegale di armi. Insieme ad Hamarsha c’era un altro attentatore che invece è stato arrestato, mentre la polizia è alla ricerca di un possibile terzo complice setacciando le stradine accanto al luogo dell’attacco e le case. Dany Haddad, un ufficiale della polizia di Tel Aviv, ha detto che l’offensiva "non si è ancora conclusa" e nella zona proseguono le ricerche di possibili complici. Due persone sospette sarebbero state fermate per accertamenti.

Non appena le prime notizie si sono diffuse, il sindaco di Bnei Brak come quello di Ramat Gan hanno chiesto ai cittadini di chiudersi in casa e di non uscire visto che stare all‘aperto era molto pericoloso. La tensione nella cittadina ortodossa è ora alle stelle: in una delle strade luogo dell’assalto si è riunita una folla che - secondo i media - ha invocato ‘morte agli arabi’ e ’vendetta’. Del resto la sequela degli attentati di questa settimana - il secondo è stato rivendicato dall’Isis - ha scosso il Paese ed ha indotto già nei giorni scorsi il premier Naftali Bennett - che si trova in isolamento visto la sua positività al Covid - a innalzare lo stato di allerta e invitare i cittadini a essere vigili. E la notte scorsa sono scattati gli arresti: i servizi segreti hanno condotto perquisizioni in diverse località arabe di Israele (fra cui Um el-Fahem, Nazareth e Sakhnin) e hanno compiuto una dozzina di arresti. Si tratta, è stato spiegato, di sostenitori dell’Isis che rappresentano un pericolo potenziale imminente.

Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha annunciato che gli alti funzionari della sicurezza si incontreranno in serata per fare il punto della situazione. "Israele - ha detto - si confronta con una ondata omicida di terrorismo arabo". "Le nostre forze di sicurezza operano. Combatteremo il terrorismo con determinazione, caparbia e pugno di ferro. Nessuno - ha aggiunto - ci sposterà da qui. Vinceremo". Questi attacchi arrivano in un momento in cui gli incontri sono in aumento nel tentativo di allentare le tensioni con l’avvicinarsi del Ramadan, il mese del digiuno musulmano che dovrebbe iniziare alla fine della settimana. Nel 2021, gli scontri tra le forze israeliane e i manifestanti palestinesi durante il Ramadan a Gerusalemme, in particolare sulla spianata delle moschee, hanno portato a una guerra mortale di 11 giorni tra Hamas, al potere a Gaza, e l’esercito israeliano.