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Hong Kong, la stretta continua: chiude anche Citizen News

Pechino insiste con la repressione dei media liberi nell’ex colonia britannica. Stessa sorte per Apple Daily e, pochi giorni fa, per Stand News

Chris Yeung, fondatore del sito, dopo l’annuncio della chiusura (Keystone)
3 gennaio 2022
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Atmosfera sempre più irrespirabile per la libera stampa a Hong Kong: il sito di notizie indipendente ‘Citizen News’ ha annunciato che chiuderà domani, con i giornalisti che parlano di un “clima deteriorato per l’informazione” e lasciano trapelare la propria paura, citando la necessità di garantire la “sicurezza di tutti". Si tratta dell’ultimo di una serie di media pro-democrazia silenziati negli ultimi mesi nell’ex colonia britannica. La settimana scorsa è stata la volta di Stand News, dopo un raid della polizia che ha arrestato sei persone dello staff, tra le quali il direttore, incriminandole poi per "sedizione”.

Nata nel 2017, CitizenNews era una delle ultime pubblicazioni anti-Pechino in lingua cinese a Hong Kong. E proprio il pugno di ferro contro Stand News, un concorrente di Citizen, sembra essere stato la motivazione dietro la decisione di interrompere le pubblicazioni. Tra i più popolari siti di informazione, con oltre 800.000 follower sui social media, la testata CitizenNews era stata fondata nel 2017, veniva finanziata solo dal libero sostegno dei lettori, ed accoglieva le firme di noti giornalisti di Hong Kong. “Abbiamo cercato in ogni modo di non violare alcuna legge, ma non riusciamo più a vedere le linee seguite dalle forze dell‘ordine, e non ci sentiamo più al sicuro nel nostro lavoro“, ha dichiarato Chris Yeung, co-fondatore del sito ed ex presidente dell’Associazione dei giornalisti di Hong Kong, annunciando la chiusura. "I giornalisti sono anche esseri umani con famiglie ed amici”, ha aggiunto, precisando che la polizia non si era messa in contatto con la redazione, ma che si è deciso per lo stop dopo aver visto cosa è successo ad altri media. "Possiamo lavorare su notizie ’prudenti’? Non so neanche cosa siano”, ha notato la direttrice Daisy Li, anche lei ex presidente dell’Associazione della stampa.

Mentre i due giornalisti davano l’annuncio, il nuovo parlamento “dei patrioti” di Hong Kong prestava giuramento, con i suoi membri eletti dopo che i candidati democratici erano stati eliminati dalla competizione dalle autorità cinesi. E per chiarire ulteriormente il clima che si respira nell’ex colonia, la scorsa settimana 89 su 90 neo deputati hanno firmato una dichiarazione in cui si dichiaravano favorevoli agli arresti nella redazione di Stand News. Mentre oggi il Global Times, pubblicazione di stato, ha salutato con favore la chiusura di CitizenNews, perché “come Stand News, pubblicava articoli che criticavano aspramente il governo centrale e anche il Partito comunista cinese”. Il primo media indipendente a cadere sotto la pressione del governo fedele a Pechino era stato il tabloid Apple Daily, lo scorso anno, dopo che i suoi beni erano stati posti sotto sequestro e i suoi vertici arrestati grazie a una nuova legge che punisce contenuti giudicati eversivi.

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