A dirlo il sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Martin Griffith, nel suo intervento al Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Oic
Entro la metà dall’anno prossimo la povertà universale dell’Afghanistan, con una quota del 97% della popolazione, potrebbe essere la prossima “triste pietra miliare” del Paese: lo ha detto il sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Martin Griffith, nel suo intervento al Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Oic (Organizzazione della Cooperazione islamica) sull’Afghanistan in corso oggi a Islamabad.
Entro un anno, ha aggiunto Griffith, il 30% del Pil dell’Afghanistan potrebbe essere spazzato via e la disoccupazione maschile potrebbe raddoppiare al 29%. Griffith ha sottolineato che 23 milioni di persone nel Paese già soffrono la fame; le strutture sanitarie traboccano di bambini malnutriti; circa il 70% degli insegnanti non viene pagato; milioni di bambini non vanno a scuola; il valore della valuta sta precipitando e il commercio – danneggiato dalla mancanza di fiducia nel settore finanziario – si è drasticamente ridotto.
Secondo il sottosegretario, nel 2022 l’Onu cercherà finanziamenti per un record di circa 4,5 miliardi di dollari destinati all’assistenza umanitaria per i più vulnerabili in Afghanistan.
Griffith ha quindi spiegato che c’è bisogno di liquidità e che c’è urgente bisogno di stabilizzare il sistema bancario del Paese non solo per salvare vite umane ma anche per consentire alle organizzazioni umanitarie di rispondere e operare in modo efficace.
I servizi sociali di base da cui dipendono tutti gli afghani, ha inoltre commentato, sono al collasso e il sostegno internazionale allo sviluppo interno – da cui il Paese dipende da così tanto tempo – potrebbe essere completamente bloccato entro la metà dell’anno prossimo.