Estero

Nel mondo 488 giornalisti sono detenuti, 46 uccisi nel 2021

Nel bilancio annuale l’ong Reporter senza frontiere sottolinea che il numero di giornalisti incarcerati è aumentato nell’ultimo anno di circa il 20%

(Keystone)
16 dicembre 2021
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Nel 2021 è stato raggiunto il numero record di 488 giornalisti detenuti nel mondo. A rivelarlo è l’annuale bilancio dell’ong Reporter senza frontiere, che registra anche 46 professionisti dei media uccisi in un anno, la cifra più bassa degli ultimi 20 anni, un fatto che si attribuisce alla stabilizzazione dei conflitti nel Medio Oriente. “Mai dalla creazione del rapporto di Rsf nel 1995 – si legge in un comunicato – il numero di giornalisti detenuti è stato così elevato”.

La ong evidenzia inoltre che il numero di giornalisti detenuti è aumentato di circa il 20% nell’ultimo anno per via soprattutto della repressione sui media in Birmania, Bielorussia e Hong Kong. Mai come prima inoltre il numero di giornaliste donne nelle carceri, con un totale di 60, un terzo in più rispetto al 2020.

La Cina è il primo Paese per numero di detenzioni, con un totale di 127, dovuto in gran parte alla legge per la sicurezza nazionale introdotta a Hong Kong. A seguire la Birmania con 53, il Vietnam con 43, la Bielorussia 32, l’Arabia Saudita 31.

D’altro canto il calo dei morti fra i giornalisti, che invece aveva visto un picco nel 2016, riflette i cambiamenti nelle dinamiche in Siria, Iraq e Yemen, dove un ridimensionamento dei conflitti ha portato a un numero inferiore di media nell’area. La gran parte dei 46 giornalisti uccisi sono stati assassinati. Ancora una volta i Paesi considerati più pericolosi sono Messico e Afghanistan, poi Yemen e India.

Rsf conta inoltre 65 giornalisti ancora in ostaggio: 44 in Siria, 11 in Iraq, 9 in Yemen, oltre al giornalista francese Olivier Dubois che da aprile è ostaggio in Mali.

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