Estero

La Germania mette i no vax in lockdown. Boom di casi in Europa

Situazione più tranquilla in Italia e Spagna. Preoccupa l’Africa dove aumentano i casi e la percentuale di vaccinati non arriva al 7 per cento

Un reparto Covid a Rostock, in Germania (Keystone)
2 dicembre 2021
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Solo Italia e Spagna parzialmente in giallo, quindi a rischio ancora non elevato di contagio. Il resto dell’Ue tutta in rosso o rosso scuro. La mappa aggiornata del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) dipinge un continente ormai preda delle nuove ondate del virus, con le situazioni più allarmanti nei Paesi dell’est con meno vaccinati, e un’incidenza diventata massima anche in Benelux, Irlanda, Grecia e in Germania, dove oggi è stato deciso un lockdown di fatto per i no vax e ci si prepara all’obbligo vaccinale.

Un quadro reso ancor più preoccupante dalle incognite legate alla variante Omicron, di cui i casi registrati in Europa sono al momento 79 in 15 Paesi. L’allerta resta però massima per possibili focolai, come quello emerso dopo una festa di Natale a Oslo, con una cinquantina di contagiati, tutti vaccinati, tra cui almeno un caso accertato del nuovo ceppo, che ha spinto la Norvegia a reintrodurre diverse restrizioni e imporre l’obbligo di tamponi anche per i turisti vaccinati.

Omicron può diventare dominante

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, “entro i prossimi mesi” la variante potrebbe diventare dominante nel continente, come già avvenuto in Sudafrica. I primi dati mostrano che Omicron è contagiosa come o meno della Delta, ma sta causando più casi di reinfezione. I vaccini attualmente in uso contro il Covid-19, hanno spiegato gli esperti in un briefing dell’Oms, dovrebbero comunque continuare a proteggere dalle malattie gravi.


Il trasporto di un malato a Kiel (Keystone)

Da Berlino è giunto intanto l’atteso annuncio del lockdown di fatto per i no vax, con l’estensione del cosiddetto 2G - il super green pass concesso solo a immunizzati e guariti - al commercio al dettaglio e agli eventi culturali e sportivi su base federale. Stop anche alle discoteche nelle zone con incidenza settimanale sopra i 350 casi ogni 100 mila abitanti. Il pacchetto di nuove restrizioni, che ha ottenuto il via libera della conferenza Stato-regioni, è stato annunciato oggi da Angela Merkel, che in uno dei suoi ultimi atti prima di cedere la prossima settimana la cancelleria al socialdemocratico Olaf Scholz ha parlato di un atto di “solidarietà nazionale” per contrastare la quarta ondata che sta travolgendo la Germania. La decisione più forte, quella sull’obbligo del vaccino, ha ricevuto oggi l’appoggio dalla cancelliera uscente (“Vista la situazione, penso sia appropriato”), dopo quello già annunciato del suo successore, e nei prossimi giorni arriverà in Parlamento.

L’esempio greco e austriaco

Una stretta che seguirebbe quelle già decise dalla vicina Austria e dalla Grecia per i soli over 60 e potrebbe entrare in vigore già a febbraio. Al Bundestag, la maggioranza parrebbe assicurata dal sostegno annunciato oggi dai liberali di Christian Lindner, che fanno parte del prossimo governo ‘semaforo’. I contagi continuano a galoppare in tutta Europa. Nel Regno Unito, che si prepara ad acquistare altre 114 milioni di dosi di Pfizer e Moderna per i prossimi due anni, i casi giornalieri sono tornati sopra quota 50mila, picco da luglio. E per evitare nuove chiusure e non fermare la ripresa, “specialmente in un settore così importante come il turismo”, anche il premier Pedro Sanchez punta a un’estensione del green pass in Spagna, dove al momento è previsto solo in 8 regioni.


Angela Merkel (Keystone)

La situazione in Africa

Un boom di casi dalla scoperta della variante Omicron in tutta l’Africa, specie nell’area meridionale, trainato proprio dal Sudafrica che per primo ha annunciato l’individuazione del nuovo ceppo. Nell’ultima settimana, i contagi registrati in tutto il continente sono aumentati del 54%, secondo i dati dell’Oms. Un’impennata su cui, precisa l’agenzia Onu, non ci sono ancora dati sufficienti a certificarne il legame con la nuova mutazione del coronavirus. Ma secondo l’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili del Sudafrica, Omicron è già dominante nel Paese ed è stata individuata in 3 casi su 4 tra quelli studiati nell’ultimo mese, mentre i contagi nel Paese sono raddoppiati in un solo giorno tra martedì e mercoledì.

Se dai primi studi emerge che la nuova variante è contagiosa come o meno della Delta, anche se sta causando più casi di reinfezione, e che i vaccini attualmente disponibili dovrebbero continuare a proteggere dalle conseguenze più gravi, il problema è proprio il bassissimo tasso di immunizzati in tutta l’Africa, dove oggi risulta coperto con due dosi solo il 7,5% della popolazione, pari a 102 milioni di persone. Cifre che sostanziano l’allarme dell’Oms sulla continua diffusione di nuovi ceppi in assenza di una campagna vaccinale equa a livello globale.

Pochissimi vaccinati

Secondo il Global Dashboard for Vaccination Equity delle Nazioni Unite, finora solo il 6,48% della popolazione target nei Paesi più poveri è stato vaccinato con almeno una dose, a fronte del 64,99% in quelli più ricchi. E tra i casi emblematici c’è proprio quello della Nigeria, il più popoloso degli Stati africani, dove finora sono state immunizzate in maniera completa circa 3 milioni e mezzo di persone su 103 milioni di over 18.

In alcuni Paesi, come in Sud Sudan, Ciad, Camerun e Repubblica democratica del Congo, la percentuale è addirittura inferiore all’1%. Un quadro drammatico per cui questa settimana ha promesso un nuovo contributo il presidente cinese Xi Jinping, assicurando che Pechino fornirà entro il prossimo anno un ulteriore miliardo di dosi di vaccini all’Africa, di cui 600 milioni a titolo gratuito e il resto prodotti localmente.

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