Estero

‘Omicron dà sintomi lievi’

Così si è espressa Angelique Coetzee, presidente della Associazione dei medici del Sudafrica

(Keystone)
28 novembre 2021
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“La nuova variante Omicron del coronavirus provoca una malattia leggera senza sintomi importanti”. Lo ha dichiarato, ripresa da diversi media, Angelique Coetzee, presidente dell’Associazione dei medici del Sudafrica, paese da cui proviene la variante e che l’ha isolata.

In dichiarazioni citate dal “Telegraph”, Coetzee afferma che la possibilità di una nuova variante era emersa già da diversi giorni, per la presenza nella clinica privata da lei gestita a Pretoria di persone che presentavano sintomi che inizialmente non sembravano quelli caratteristici del Covid.

Si sono presentate persone di tutte le etnie con senso di affaticamento, bambini con battito accelerato, senza che nessuno presentasse uno dei sintomi più tipici dell’infezione da nuovo coronavirus, cioè la perdita di gusto e olfatto. “I loro sintomi erano molto diversi e lievi rispetto a quelli che avevo curato in precedenza”, racconta la presidente dei medici sudafricani, che esercita la professione da 33 anni.

Il 18 novembre, quando quattro membri di una stessa famiglia con questi sintomi sono risultati positivi al test, la Coetzee racconta di aver avvisato il comitato scientifico che coordina le politiche vaccinali e terapeutiche. Un paio di dozzine di suoi pazienti sono risultati positivi, almeno la metà senza essere stati vaccinati.

La Coetzee ha spiegato che i suoi pazienti non hanno avuto sintomi gravi, che stavano bene, esprimendo però preoccupazione nei confronti delle persone anziane, più vulnerabili, specie se affette da malattie cardiocircolatorie o diabete.

“Ciò di cui ci dobbiamo preoccupare è che le persone più anziane e senza vaccino si infettino con la nuova variante. E se non sono vaccinate, vedremo molte persone con forme gravi della malattia”, ha detto Coetzee, ricordando però come la situazione in Sudafrica sia molto diversa da quella britannica o europea, per la scarsa incidenza della campagna vaccinale e per l’irrilevante porzione della popolazione sopra i 65 anni, pari solo al 6%.

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