Estero

Escalation sui migranti, strappo Parigi-Londra

Il premier Johnson: ‘Riprendetevi i migranti’. Per la Francia è ‘inammissibile’. Ritirato l’invito al mini-vertice alla ministra dell’interno britannica.

Adieu la France
(Keystone)
26 novembre 2021
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Parigi – Un’escalation imprevedibile, poi lo strappo: tra Francia e Gran Bretagna la tensione cresce di ora in ora. Prima con dichiarazioni sprezzanti e risposte fuori dai denti, poi con la decisione di Parigi di ritirare l’invito alla ministra dell’Interno di Londra per il vertice sui migranti a Calais. Il naufragio con la morte di 27 disperati partiti dalla costa francese per inseguire il sogno di sbarcare in Inghilterra ha provocato una crisi gravissima fra Londra e Parigi. Con i pescatori francesi che, intanto, continuano a protestare per le condizioni di lavoro post-Brexit e bloccano porti e tunnel sotto la Manica.

Parigi ha giudicato “inammissibile” una lettera diffusa dal premier inglese Boris Johnson, nella quale si chiede alla Francia di “riprendere" tutti gli immigrati che sbarcano sul suolo britannico. La lettera ha fatto sobbalzare i vertici francesi, prima il portavoce del governo Gabriel Attal che l’ha definita "arida e fuori luogo”, poi Macron - in conferenza stampa al fianco di Mario Draghi a Roma per la firma del Trattato del Quirinale - ha lamentato mancanza di serietà dall’altra parte della Manica: “Non si comunica con i tweet o con le lettere” di fronte a fatti tanto gravi, ha lamentato.

Invito ritirato

Intanto, il ministro dell’Interno Gérald Darmanin aveva provveduto - con gesto clamoroso - a ritirare l’invito alla collega inglese, Priti Patel, per un mini vertice sui migranti convocato per domenica proprio nella città simbolo della tragedia, Calais. Ci saranno i ministri belga, tedesco, olandese e il rappresentante della Commissione europea sull’immigrazione.

Al momento gli inglesi restano fuori, anche perché nel pomeriggio Johnson ha rincarato la dose non esprimendo alcun rammarico per la lettera che ha fatto infuriare Parigi. Per il suo portavoce, al contrario, è stata scritta “in uno spirito di partnership e di cooperazione” con la Francia: “Si tratta di una sfida mondiale - ha aggiunto il portavoce - alla quale dobbiamo rispondere in modo collettivo, con i francesi e gli altri nostri partner europei”. Neppure Darmanin è tornato sui suoi passi, anzi ha spiegato che se la lettera rappresenta "una delusione”, la decisione di pubblicarla è "ancora peggio”.

Sbarchi continui

La dolorosa situazione dei migranti, ormai sempre più in difficoltà visto che anche i loro campi vengono continuamente smantellati nel nord della Francia e anche attorno a Parigi, è oggetto da anni di tensione fra i due Paesi. Il governo conservatore britannico ha fatto della lotta contro l’immigrazione uno dei suoi cavalli di battaglia, inasprendo gesti e dichiarazioni di principio dopo la Brexit. Ciononostante, sulla costa meridionale dell’Inghilterra i migranti continuano ad arrivare a centinaia.

La Francia, dal canto suo, rifiuta di farsi mettere all’angolo come capro espiatorio e chiama a raccolta i partner e i Paesi confinanti. Al tempo stesso, rimprovera proprio a Johnson il disastro attuale, ritenendo che proprio la Brexit ha tradito le promesse del premier di “riprendere il controllo” della situazione. In molti si interrogano stasera sulla tenuta degli accordi del Touquet, che nel 2004 fissarono la frontiera britannica sulla costa francese in cambio di una contropartita finanziaria.

Blocchi dei pescatori francesi

E se a complicare i rapporti non fossero bastate le scorie dello scontro di due mesi fa dei sottomarini australiani, con la Francia isolata e perdente di fronte ad Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna, intervengono in queste ore anche i blocchi dei pescatori francesi. Sono passati all’azione dopo settimane di proteste per le difficoltà poste dalla Gran Bretagna nel dopo-Brexit alla concessione delle licenze di pesca. Da oggi i loro pescherecci bloccano i traghetti diretti da Calais verso la Gran Bretagna, e con i blocchi stradali l’accesso dei camion al tunnel sotto la Manica.

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