Socialdemocratici, Verdi e Liberali al governo: ‘Aumento del salario minimo 12 euro e voto ai sedicenni’. Baerbock destinata al ministero degli Esteri
“Il semaforo c’è”, annuncia il cancelliere in pectore Olaf Scholz. Fumata bianca in Germania, dove socialdemocratici, verdi e liberali - a meno di due mesi dalle elezioni - hanno presentato insieme il contratto che li vedrà governare nei prossimi 4 anni incrociando le voci e mostrandosi molto affiatati. Come ieri hanno rifiutato compatti il lockdown proposto da Angela Merkel, che li aveva convocati per imporlo subito nel pieno di un’emergenza Covid finita ormai fuori controllo. Anche la distribuzione dei ministeri è stata messa nero su bianco: a pagina 176 del documento visionato dall’Ansa si annuncia fra l’altro che i liberali dell’Fdp hanno vinto la partita sul dicastero delle Finanze: andrà al leader Christian Lindner. Mentre il vice di Scholz, il verde Robert Habeck - i nomi non sono ufficiali, li ha fatti trapelare la stampa - avrà una delega nuova che unisce Economia e Clima. Ad Annalena Baerbock vanno invece gli Esteri. La delicatissima casella della Salute, che a quanto pare non voleva nessuno, tocca ai socialdemocratici, che mantengono le deleghe a Lavoro, Interni, Difesa e Cooperazione economica.
Il patto prevede l’aumento del salario minimo a 12 euro l’ora (oggi è a 9,6), l’uscita dal carbone entro il 2030 (invece del 2038), con l’elettricità prodotta per l’80% da energie alternative; la legalizzazione (“vendita controllata agli adulti”) della cannabis, l’abbassamento dell’età del diritto al voto a 16 anni (ma per le Politiche si dovrà pronunciare ancora il Bundestag). Non solo. Nel 2023 tornerà il freno al debito. E viene sbloccato un miliardo di euro per i bonus dei parasanitari, la categoria messa in ginocchio dalla pandemia, che si vuole obbligare al vaccino anticovid. Quando Scholz ha preso la parola, ha parlato anche di Europa: “Vogliamo un’Ue sovrana e il compito di questo governo sarà promuoverla e portarla avanti“. I dubbi sul fatto che il falco liberale Lindner possa ostacolare la visione di insieme, sono stati respinti: "Porteremo avanti una politica europea comune, espressione di tutto il governo”, ha risposto Scholz. E anche Lindner ha detto la sua: "Nessuno sarà ministro del suo partito, ciascuno dovrà servire il Paese”.
Bye bye Merkel (Keystone)
Traspare l’emozione dei neofiti, che affermano di essere soddisfatti del lavoro, nonostante le divergenze e le molte ore trascorse talvolta ad aggiustare una singola frase. “Le consultazioni sono state tanto discrete quanto controverse“, ma “la nuova coalizione ha imboccato la strada gusta per rispettare l’accordo di Parigi", ha affermato Habeck con orgoglio. "Sul clima - ha aggiunto - vogliamo identificare misure concrete che possiamo raggiungere, e non come in passato la Grosse Koalition nominare obiettivi sempre più ambiziosi per poi lasciarli sulla carta”. Scholz ha quindi annunciato “un decennio di investimenti” e il vice ecologista ha aggiunto una postilla importante: "Sappiamo esattamente come finanziarli”. Parole che però non hanno del tutto convinto la Confindustria tedesca (Bdi), che ha ribattuto a stretto giro: bene che vi sia questo progetto "ma manca una rappresentazione delle misure finanziarie convincente”, secondo gli industriali.
Il prossimo cancelliere (dovrebbe essere eletto intorno al 6 dicembre, dopo che si saranno pronunciati i partiti) nella prima uscita pubblica con la futura squadra ha già lasciato molto spazio agli altri due protagonisti della coalizione, Habeck e Lindner. Tanto che il falco liberale, che inizialmente si teneva le porte aperte con l’Unione e che nel 2017 fece clamorosamente saltare il tavolo ‘Giamaica’ con Cdu-Csu e Verdi, ha chiosato: “Abbiamo conosciuto un nuovo Scholz, e soprattutto ne abbiamo capito l’atteggiamento interiore". Quello di un politico che non rappresenterà solo il suo partito e che quindi "sarà un cancelliere forte”. Per Angela Merkel, che oggi ha tenuto verosimilmente la sua ultima riunione di gabinetto, un fascio di fiori e una pianta da giardino “resistente all’inverno e longeva” dal suo successore.