Estero

Germania, stretta sui non vaccinati. Obbligo per i sanitari

Lockdown totale in due regioni dell’Austria, stop ai non immunizzati in Slovacchia. Potrebbe seguirli presto anche la Sassonia

Angela Merkel con la mascherina durante la conferenza stampa (Keystone)
18 novembre 2021
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Il Nord Europa è travolto dal Covid e adesso reagisce, ma con ritardo. “La Germania si trova in una situazione altamente drammatica. È tempo di agire”, ha affermato stasera Angela Merkel annunciando a Berlino la stretta sui non vaccinati e l’obbligo (parziale) della siringa per i sanitari. Il virus sta sopraffacendo anche altri Paesi: per alcune settimane si tornerà al lockdown generalizzato in Alta Austria e a Salisburgo. Mentre la Slovacchia chiuderà le porte della vita pubblica ai non immunizzati.

Anche in Germania c’è un primo Land che sta valutando una nuova serrata di ristoranti, hotel e negozi per tutti: è la Sassonia, che ha raggiunto già i suoi limiti in corsia. Per il futuro cancelliere Olaf Scholz, quella di oggi però è stata comunque “una giornata molto positiva", in cui sono state approvate "misure decisive, riuscendo a tenere insieme il Paese”.

Il Robert Koch Institut ha segnalato un nuovo record di 65’371 nuovi contagi e 264 morti in 24 ore. L’indice di ospedalizzazione è salito a 5,15 su 100 mila abitanti, lontano dai 15,5 di dicembre ma in ben 50 distretti i posti in terapia intensiva sono già tutti occupati, soprattutto in Baviera e Baden-Wuerttemberg. E in un distretto su quattro, su base federale, ci sarebbe soltanto un posto libero.

Ondata sottovalutata

Com’è possibile che la Germania abbia atteso di arrivare a questi numeri “assurdi", nelle parole di una giornalista che ha posto una domanda in cancelleria? Merkel ha risposto di conoscere il problema: "La velocità della crescita esponenziale del virus è stata purtroppo sottovalutata”. E la cancelliera uscente non ha fatto neppure mistero di aver trovato insoddisfacenti le misure previste dalla nuova legge passata oggi al Bundestag - e domani attesa al Senato federale, dove l’Unione ha annunciato problemi - proposta da Spd, Verdi e Liberali. Resta alta dunque la polemica che ha tenuto banco anche stamani alla Camera sulla fine dello stato emergenza il 25 novembre.


Si riempiono i reparti di terapia intensiva (Keystone)

Ad ogni modo, dopo questa intensa giornata di decisioni, la Germania ha definito nuove soglie per far scattare il cosiddetto 2G, che esclude i non vaccinati da locali, attività sportive, eventi culturali: entrerà in vigore sopra il tasso 3 di ospedalizzazione su 100 mila abitanti (quindi quasi dappertutto); e si rafforzerà oltre il tasso 6, prevedendo un obbligo di tampone anche per i vaccinati. C’è poi il nuovo vincolo per gruppi di sanitari “a contatto con persone vulnerabili”: dovranno vaccinarsi per forza. E questa è la rottura di un tabù, in un Paese dove non sono obbligatori neppure i vaccini della primissima infanzia. Inoltre si è disposto il Green Pass tedesco sul posto di lavoro e sui mezzi di trasporto pubblico.

Con l’intenzione di effettuare controlli severi e sistematici. Anche l’annuncio di una grande campagna sul booster è parte della nuova strategia contro il virus: il richiamo sarà accessibile a tutti gli ultra diciottenni a partire dal quinto mese dopo la seconda dose. E stavolta c’è anche l’indicazione favorevole della commissione Stiko, sempre cauta nei suoi consigli. Che l’emergenza sia seria è stato ribadito anche dal presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, il quale in un messaggio video ha ammesso: "Non siamo mai stati così preoccupati prima d’ora.

Siamo in una situazione di emergenza molto seria. Se non facciamo qualcosa avremo un Natale terribile“. Nelle valutazioni del volto di riferimento di questa pandemia, in Germania, i numeri reali del contagio sarebbero “almeno il doppio o il triplo”. In questo clima, con una quota di vaccinati protetti con doppia dose al 67,8% (in Italia è sopra l’84), sono costanti gli appelli ai no vax a rivedere la propria posizione. "Non è troppo tardi per farsi somministrare la prima dose”, ha detto la Merkel, che continua a chiedere ai tedeschi di mobilitarsi per convincere amici e parenti che non lo abbiano fatto a vaccinarsi, per proteggere se stessi e il Paese.

La situazione in Italia

Rivedere le regole a partire da quelle sul green pass, con misure più severe per i non vaccinati, e spingere sulla terza dose il più rapidamente possibile: le Regioni insistono sulla necessità di un cambio di passo nella lotta al Covid e chiedono una “riflessione urgentissima” con il governo alla luce dell’aumento dei casi, per salvare il Natale ed evitare le restrizioni e chiusure previste per le zone gialle o arancioni.

Una richiesta che il governo si dice disponibile ad accogliere “a breve”, forse già lunedì, anche se la linea di palazzo Chigi al momento non cambia: le uniche misure sul tavolo sono l’estensione dell’obbligo della terza dose al personale sanitario e la riduzione della durata del certificato verde, provvedimenti che il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere nella riunione di giovedì prossimo.

Dalla Conferenza delle regioni non arriva una proposta concreta ma la linea è quella del ’doppio binario per il pass già emersa nei giorni scorsi: un super green pass solo per i vaccinati e i guariti, per poter andare in ristoranti, cinema, teatri, musei, stadi o a sciare nelle regioni che cambieranno colore e uno, ottenibile anche con il tampone, per lavorare e per i servizi essenziali.

Le Regioni “sono preoccupate” per il peggioramento della curva e per “la ricaduta che tale situazione potrebbe avere sulla ripresa economica e sulle attività sociali, a poche settimane dalle festività natalizie”. L’incubo, in sostanza, è veder scattare la zona arancione a ridosso del Natale, con chiusure e restrizioni insostenibili dal punto di vista economico e sociale. Ed è per questo che i governatori stanno comunque già correndo ai ripari, con misure locali come quella disposta dal presidente della Sicilia Nello Musumeci: tampone a chiunque arrivi da Gran Bretagna e Germania e obbligo di mascherina anche all’aperto nei luoghi particolarmente affollati.

Numeri non preoccupanti

Al di là dell’obbligo della terza dose per i sanitari e la riduzione della durata del pass - da 12 a 9 mesi, anche se qualcuno vorrebbe ridurla a 6 - non ci saranno nell’immediato altri interventi. I motivi sono sempre gli stessi: bisogna guardare i numeri. E i dati italiani dicono che nessuna regione dovrebbe passare nelle prossime ore in giallo e che un anno fa c’erano 34’282 casi e 753 morti mentre oggi sono 10’638 i casi e 69 le vittime. Non solo, sempre un anno fa erano 3’670 le terapie intensive e 33’504 i ricoveri nei reparti ordinari, numeri neanche lontanamente paragonabili a quelli di oggi, con 503 pazienti in rianimazione e 4.088 nelle aree mediche.

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