elezioni a dicembre

Haftar si candida alla presidenza della Libia

I suoi oppositori lo accusano di voler instaurare una dittatura militare. Tra i suoi rivali anche uno dei figli dell’ex rais Gheddafi

Il generale Haftar (Keystone)
16 novembre 2021
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Il generale Khalifa Haftar ha presentato a Bengasi la propria candidatura per le elezioni presidenziali del 24 dicembre. Lo riferisce un tweet della tv Al Arabiya. La mossa era attesa sin da settembre, quando l’uomo forte della Cirenaica si era autosospeso dalle proprie cariche militari.

“Mi candido per guidare il popolo in ‘una fase decisiva’ e non per cercare il potere. Se prendessi la presidenza, ho infinite idee per portare avanti la Libia”. Lo ha detto il generale Haftar, secondo quanto riporta al Arabiya, annunciando la sua corsa per la presidenza. “La Libia ha tesori e capacità, se messa in mani oneste – ha aggiunto – il futuro del Paese cambierà. Dobbiamo iniziare insieme il cammino della riconciliazione, della pace, della costruzione e della stabilità”.

“Dichiaro la mia candidatura alle elezioni presidenziali, non perché corro dietro al potere, ma per condurre il nostro popolo alla gloria, al progresso e alla prosperità”, ha detto Haftar in un discorso trasmesso in diretta tv da Bengasi, sua roccaforte. Il maresciallo di campo ha affermato che le elezioni di dicembre sono “l’unico modo per far uscire la Libia dal caos”. Dopo il discorso, Haftar doveva recarsi in un ufficio dell’Autorità elettorale per presentare formalmente la propria candidatura. La mossa, sostenuta da potenze regionali-chiave coinvolte nella crisi libica come Egitto ed Emirati Arabi Uniti, arriva due giorni dopo quella analoga di Seif al-Islam Gheddafi, figlio dell’ex dittatore Muammar che ha già suscitato proteste

Il 22 settembre il generale, di 77 anni, aveva fatto annunciare il proprio temporaneo ritiro dalla carica di capo del sedicente “Esercito nazionale libico” (Lna), come previsto dalla controversa legge elettorale per poter presentare candidature alla presidenza. La legge in questione, criticata dai detrattori di Haftar, gli consente di candidarsi ma poi di riprendere la carica militare se non venisse eletto.

Il generale, accusato dai suoi oppositori di voler instaurare una dittatura militare, cerca così di conquistare il potere attraverso le urne dopo il fallimento del suo assalto a Tripoli tra il 2019 e il 2020. Dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia è squassata da sanguinose violenze e lotte tra potenze rivali insediate a est (Haftar) e ovest (il governo riconosciuto dall’Onu del premier Abdel hamid Dbeibah) del Paese.