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Blogger che denunciò la pandemia a Wuhan rischia di morire

L’attivista Zhang Zhan, in carcere per aver parlato sui social media della gestione del Covid 19 ‘deve essere rilasciata urgentemente per ricevere cure’

Una protesta per liberare Zhang Zhan
(Keystone)
4 novembre 2021
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L’attivista blogger cinese Zhang Zhan, in carcere per aver denunciato sui social media la gestione della pandemia di Covid-19, “rischia di morire se non viene rilasciata urgentemente per ricevere cure mediche”. È l’appello di Amnesty International che in una nota afferma che la giornalista cinese ed ex avvocato di 38 anni è in agonia dopo un lunghissimo sciopero della fame. Zhang Zhan si era recata a Wuhan nel febbraio 2020 per raccogliere notizie sul posto e aveva postato messaggi sui social in cui denunciava gli arresti di giornalisti indipendenti e le pressioni esercitate dalle autorità su famiglie di pazienti affetti dal Covid.

Dal maggio 2020 di Zhang Zhan non si avevano più notizie, finché non si è saputo che era stata presa in custodia dalle autorità cinesi e rinchiusa in carcere a Shanghai, dove è stata condannata per “aver litigato e provocato guai” dopo un processo farsa, denuncia Amnesty International.

“Nel giugno 2020, Zhang Zhan ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione. A dicembre – riferisce ancora Amnesty –, era così debole che ha dovuto partecipare al processo su una sedia a rotelle. Prima del processo, le autorità l’hanno alimentata forzatamente tenendola legata per giorni interi per impedirle di rimuovere il sondino. È stata tenuta in catene e con le mani legate 24 ore al giorno per più di tre mesi come punizione per il suo sciopero della fame”.

Malnutrizione

Il 31 luglio 2021 è stata ricoverata in ospedale per grave malnutrizione. Ciononostante, è stata poi ricondotta in prigione, dove sta continuando uno sciopero della fame parziale. La sua salute – riferisce l’organizzazione – “continua a peggiorare a un ritmo drammatico”.

In un post su Twitter del 30 ottobre, suo fratello Zhang Ju ha scritto: “Non credo che vivrà molto a lungo. Se non riuscirà a superare il prossimo inverno, spero che il mondo la ricorderà com’era una volta”. “Le autorità cinesi devono rilasciarla immediatamente in modo che possa porre fine al suo sciopero della fame e ricevere le cure mediche appropriate di cui ha disperatamente bisogno”, ha affermato Gwen Lee, attivista cinese di Amnesty International.

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