Estero

Ungheria, un outsider per sfidare Orban

Peter Marki-Zay guiderà il fronte unito delle opposizioni al voto 2022: ‘Ringrazio gli elettori, ora sfidiamo il regime’

Peter Marky–Zay (Keystone)
18 ottobre 2021
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Sarà un outsider della politica, Peter Marki-Zay, il candidato di tutte le opposizioni a sfidare Viktor Orban alle prossime politiche di aprile in Ungheria. La sua vittoria alle primarie ha suscitato entusiasmo nell’opposizione ma lo ha anche scosso. Marki-Zay ha vinto con una maggioranza convincente contro l’eurodeputata Klara Dobrev, e guiderà un’alleanza di sei partiti: ma la spinta fondamentale per il successo è arrivata dal mondo della società civile, che ai partiti è spesso ostile.

L’identikit

Cattolico conservatore, come si autodefinisce, 49 anni, economista e ingegnere, padre di sette figli, Marki-Zay è infatti appoggiato da un vasto movimento civico estraneo ai professionisti della politica. Dopo aver lavorato in Canada e negli Stati uniti, nel 2018 a sorpresa riuscì vincere alle amministrative nella sua città natale, Hodmezovasarhely (nel sud del paese), diventando sindaco di un’ex roccaforte del Fidesz grazie all’unione di tutte le forze di opposizione: fu la prima vittoria elettorale contro il partito di Orban dal 2010. Poi ha lanciato il movimento ‘Ungheria di tutti noi’ cercando di organizzare un fronte comune della società civile, ostile all’elite dei partiti di Budapest. La coalizione dei sei partiti d’opposizione che va dalla sinistra ai centristi nazionalisti, attraverso Verdi e liberali, lo ha sempre guardato con diffidenza, ma Marki-Zay si è sempre detto convinto di avere le chance migliori contro Orban.

La svolta nella campagna è avvenuta col ritiro dalla corsa di Gergely Karacsony, sindaco verde di Budapest, dato per favorito dalla stampa ungherese e internazionale: un passo indietro deciso proprio a favore del leader del movimento civico. “La vittoria di Marki-Zay è una cattiva notizia per Orban - ha osservato l’analista Robert Laszlo, dell’istituto Political Capital - perché la propaganda filo-governativa troverà difficilmente presa su di lui". Dobrev aveva infatti un punto debole nel marito, il leader del partito Democratico Ferenc Gyurcsany, figura controversa della politica ungherese: l’ex premier, vinte le elezioni nel 2006, ammise di aver mentito agli elettori. La propaganda filo-Orban aveva cercato di screditare le primarie proprio affermando che si preparasse "il ritorno di Gyurcsany e della sua politica fallimentare e di menzogne”. Una retorica ormai inefficace.

Momento di svolta

Marki-Zay ha ringraziato gli elettori per la fiducia e ha chiesto ai partiti dell’alleanza di lavorare con lui “per cacciare il regime di Orban”. Fra gli obiettivi centrali del suo programma smascherare la corruzione, riequilibrare i meccanismi della legge elettorale che favorisce Fidesz, l’adesione alla Procura europea e l’entrata prima possibile dell’Ungheria nella zona euro. “La nostra politica sarà fondata sull’amore per gli altri, invece che sull’incitamento all’odio di Orban. Costruiremo insieme una nuova Ungheria, basata sull’onestà”, ha promesso.

La lotta contro la corruzione si indirizzerà anche contro le frange dei partiti al governo prima di Orban, socialisti e democratici, e questo potrebbe rendere difficile la tenuta dell’alleanza guidata dal partito più forte, proprio il partito Democratico (Dk) di Gyurcsany. Ma Marki-Zay, malgrado tutto, è ottimista. E conta sui giovani del partito Momentum. La partecipazione in massa di elettori alle primarie - fra i due turni hanno votato più di 850 mila - gli attribuisce grande legittimazione come nuovo leader. “La politica ungherese finalmente lascia dietro di sé il duello Orban-Gyurcsany e si apre ad una reale possibilità di cambiamento”, ha scritto il giornale Nepszava.

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