Estero

La Cia di Donald Trump voleva rapire e assassinare Julian Assange

Nel 2017 l’agenzia era pronta a tutto per mettere le mani sul fondatore di WikiLeaks; lo rivela un rapporto di Yahoo! News

Julian Assange
(Keystone)
27 settembre 2021
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Nel 2017 la Cia era pronta a tutto pur di mettere le mani su Julian Assange. I suoi piani segreti furono discussi ai massimi livelli dell’amministrazione Trump e prevedevano anche il rapimento e l’uccisione del fondatore di WikiLeaks, rifugiato da cinque anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e in odore di fuga.

La rivelazione shock arriva da un rapporto di Yahoo! News basato sulle testimonianze di una trentina di ex funzionari governativi e dei servizi di Washington. Tra gli scenari discussi anche un possibile scontro a fuoco nel cuore di Londra tra gli uomini dell’intelligence Usa e britannica da una parte e gli 007 russi dall’altra, se questi ultimi avessero tentato di organizzare l’evasione di Assange.

La paura di scatenare una crisi senza precedenti col Regno Unito e una crisi internazionale dalle imprevedibili conseguenze alla fine fece prevalere nell’amministrazione Usa la linea della prudenza. Ma quello che emerge dalle rivelazioni di Yahoo è uno scenario che oscilla tra il caso Kashoggi e un film sulla guerra di spie alla James Bond.

L’escalation della Cia contro il fondatore di WikiLeaks, ospitato nel 2012 dall’Ecuador per sfuggire alla domanda di estradizione della Svezia che lo accusava di stupro, sarebbe stata innescata dalla nomina a segretario di Stato di Mike Pompeo, ex capo dell’agenzia di intelligence statunitense. Pompeo sarebbe stato animato da un desiderio di vendetta e di rappresaglia per quella fuga di dati e informazioni top secret della Cia che, a causa delle rivelazioni di WikiLeaks, aveva sofferto la più grave e umiliante déâcle della sua storia.

Proprio da Pompeo sarebbe partito l’ordine di dichiarare guerra totale ad Assange anche con piani e azioni estreme, trattandolo come una vera e propria spia straniera. Del resto nella seconda metà del 2017 ad agitare particolarmente Washington erano le notizie, ritenute credibili, secondo cui Mosca stava preparando la fuga di Assange. Di qui la discussione, chissà se anche nello Studio Ovale, su una possibile operazione per rapire Julian e addirittura ucciderlo se necessario, anche a costo di mettere a repentaglio la special relationship con il Regno Unito.

Tra gli scenari ipotizzati anche uno scontro a fuoco con gli agenti dei servizi russi per le strade della capitale britannica, speronando l’auto dell’eventuale fuga di Assange o addirittura sparando agli pneumatici dell’aereo se gli 007 di Mosca avessero imbarcato il fondatore di WikiLeaks.

“Come cittadino americano trovo assolutamente scandaloso e vergognoso che il nostro governo possa aver contemplato il rapimento o l’assassinio di qualcuno senza alcun processo e semplicemente perché ha detto la verità pubblicando informazioni vere”, il commento di uno dei legali di Assange, Barry Pollack. Quest’ultimo ha quindi auspicato che tali scioccanti rivelazioni siano prese in considerazione dalla corte britannica che deve decidere se estradare Assange negli Usa, dove è accusato di aver violato la legge contro lo spionaggio per aver aiutato l’ex soldato Chelsea Manning a violare i segreti di Stato.

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