germania

L’ultradestra frena, ma va in doppia cifra

Alternative für Deutschland arriva all’11 per cento frenando la sua crescita degli ultimi anni. Arginarli era un obiettivo di Merkel

Supporter di Alternative für Deutschland a Berlino (Keystone)
26 settembre 2021
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È rimasta nell’angolo in questa campagna elettorale l’ultradestra tedesca: la tendenza che dava Alternative für Deutschland in tumultuosa crescita negli anni scorsi ha visibilmente frenato e il partito è dato (proiezioni Ard) all’11% (-1,5%). Ma per il candidato di punta Tino Chrupalla quello di stasera è comunque “un risultato solido”. Le ragioni del calo di Afd, che nel 2017 prese il 12,6% e che continua ad avere molti consensi soprattutto all’est, sono diverse. A contare è stato in primo luogo il ridimensionamento del tema migranti, loro cavallo di battaglia. Poi la divisione interna sulla pandemia, che ha impedito al partito di acquisire un profilo netto. Infine l’ombra calata su Alternativa per la decisione dei Servizi interni di monitorare il partito come caso sospetto.

I migranti

“Quattro anni fa si votò a ridosso della crisi migratoria del 2015“, dove quelli di Afd spararono a zero contro la politica di accoglienza di Angela Merkel, "responsabile dell’ingresso incontrollato di una massa di migranti illegali”, dice il deputato Goetz Froemming. Attualmente il tema non è all’ordine del giorno. E sulla pandemia, la crisi del momento, l’Alternativa non è riuscita ad affermarsi: "Sei mesi fa un sondaggio interno al partito sulle misure anticovid mostrò che metà dei membri era a favore, l’altra contro”. Ci si divide fra chi ritiene che il coronavirus sia una sciocchezza e chi invece ne prende seriamente in considerazione i rischi, la spiegazione.

Il Covid

La linea dettata dai candidati Alice Weidel e Tino Chrupalla è però netta nel contestare l‘inasprimento del Green pass, “un obbligo di vaccino che entra dalla finestra", e nella richiesta che in futuro non vi siano altri lockdown, come del resto promesso dai candidati di tutti i partiti. "Io non sono vaccinata”, ha urlato Weidel a Berlino al comizio finale di venerdì scorso. Froemmnig lo è, ma come la sua leader di riferimento non prende le distanze dai ’Querdenker’, il movimento di dissenso spesso sceso nelle piazze della Germania contro le misure anticovid che raccoglie negazionisti, scettici, no vax ed estremisti di destra.

“È un movimento scomodo, certo, ma troppo omogeneo per poterlo demonizzare interamente", dice Froemmig. Anche dopo l’omicidio avvenuto alla stazione di benzina bavarese, una settimana fa, quando un ventenne è stato ucciso da un no mask per aver ricordato l’obbligo di mascherina: "Non si può colpevolizzare di un episodio del genere un movimento di protesta così grande, che vede aderire fra l’altro anche elettori dell’Spd e dei Verdi”, la replica.

Afd comunque era e resta isolata nell’arco parlamentare: nessuno vuole coalizzarsi con loro. “La situazione non cambierà nei prossimi 4 anni credo - prevede il deputato -. In Germania la normalizzazione della percezione del partito va avanti più lentamente che in altri Paesi come Francia e Italia, dove la destra è presente e accettata con il Front National e la Lega. Ma alla fine ci si abituerà anche al nostro partito. E a livello comunale ci sono già molte collaborazioni strutturate: non solo con la Cdu, anche con la Linke“. È un ostacolo lo scivolamento a destra e la presenza di elementi come il controverso Bjoern Hoecke? "Negli ultimi due-tre anni siamo andati verso sinistra, rafforzando il nostro profilo sociale”, la risposta. "E Hoecke è il capogruppo regionale in Turingia, appartiene allo spettro di Afd”.

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