afghanistan

Il Pakistan: ‘Anti-islamico vietare la scuola alle donne’

Intanto i Talebani annunciano i viceministri, ancora tutti uomini

L'ingresso a scuola a Kabul prima dell'arrivo dei talebani (Keystone)
21 settembre 2021
|

Impedire alle donne di accedere all’istruzione in Afghanistan “non sarebbe in linea con il dettato dell’Islam“. Mentre i Talebani completano la formazione del loro governo, che resta senza rappresentanti femminili, il premier pakistano Imran Khan detta le sue condizioni per un riconoscimento del governo dei sedicenti studenti coranici. A partire da una leadership “inclusiva e rispettosa dei diritti umani", in cui le donne non rimangano fuori dalla vita pubblica. Un monito giunto dopo che i mullah hanno riaperto le scuole solo per studenti e docenti maschi, alimentando l’allarme della comunità internazionale sul ritorno a Kabul dell’oscurantismo imposto fino a 20 anni fa. "Le dichiarazioni che sono state fatte da quando i Talebani sono giunti al potere sono incoraggianti”, ha sostenuto tuttavia Khan in un’intervista alla Bbc, dicendosi convinto che alla fine "permetteranno alle donne di andare a scuola" e che queste potranno "esercitare i propri diritti”. Secondo il premier pakistano, “è troppo presto per dire” se le nuove autorità afghane soddisferanno i criteri per il riconoscimento diplomatico. In ogni caso, ha spiegato, “tutti i vicini si riuniranno” e "riconoscerli o meno sarà una decisione collettiva”.

La preoccupazione di Islamabad, da sempre molto legata ai mullah, riguarda anche i rischi di conflittualità interna. “Se“ i Talebani “non includeranno tutte le fazioni, prima o poi ci sarà una guerra civile” in Afghanistan, che così diventerebbe "il luogo ideale per i terroristi”, ha avvertito Khan. Sul terreno, intanto, la stretta non si allenta. Pressato dalla comunità internazionale, il portavoce dell’autoproclamato Emirato islamico, Zabihullah Mujahid, ha assicurato stamani che le scuole saranno riaperte anche alle ragazze "il più presto possibile”.

Promesse ricorrenti che continuano a non trovare riscontro nei fatti. E il contemporaneo annuncio della lista dei viceministri talebani conferma ancora una volta la totale esclusione delle donne, dopo che era stato anche soppresso il ministero per gli Affari Femminili, sostituendolo con quello per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio. Contro la segregazione femminile crescono anche le proteste interne.

Come quella di un gruppo di attiviste riunitesi davanti al ministero dell’Istruzione a Kabul, manifestando con lo scotch sulla bocca in una “protesta silenziosa” per rivendicare il diritto allo studio. O ancora, la campagna social di solidarietà degli studenti maschi con lo slogan “Non andiamo a scuola senza le nostre sorelle”. Isolati dall’Occidente, i Talebani continuano a cercare alleanze a est, vista anche la scarsità di risorse finanziarie, che tuttora non permette di pagare gli stipendi pubblici. In quest’ottica, gli inviati speciali di Cina, Russia e Pakistan hanno incontrato oggi a Kabul il premier Mohammad Hassan Akhund e l’ex presidente Hamid Karzai.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE