Estero

L’assassino di Bob Kennedy a un passo dalla libertà

Per prima volta la procura non si oppone alla scarcerazione di Sirhan Sirhan, oggi 77enne. Riemerge la teoria di un secondo sparatore mai identificato.

Bob Kennedy venne assasinato il 5 giugno 1968
(Keystone)
27 agosto 2021
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New York – Mai fino a oggi Sirhan Sirhan è stato così a un passo dalla scarcerazione: l'uomo condannato 52 anni fa per aver ucciso Robert Kennedy si è presentato oggi davanti al Parole Board per chiedere di essere liberato in quanto a 77 anni non costituisce più una minaccia. È la sedicesima volta che Sirhan compare davanti alla commissione californiana, la prima però in cui la procura non si è presentata in aula a sostenere la necessità che resti dietro le sbarre.

Questo perché George Gascon, il nuovo District Attorney della Contea di Los Angeles, ha cambiato le regole in base alle quali di routine la parte civile si presentava alle audizioni: "Il nostro lavoro si ferma al momento della condanna. Non faremo eccezioni per Sirhan", ha detto il portavoce Alex Bastian.

Una svolta

Nel 1968, in piena guerra del Vietnam, con le città americane a ferro e fuoco dopo l'assassinio di Martin Luther King, la campagna presidenziale di Bobby Kennedy aveva rilanciato la speranza che un paese profondamente lacerato potesse sotto la sua leadership ritrovare coesione. Rifugiato palestinese e mai naturalizzato cittadino americano, il 5 giugno 1968 l'aspirante fantino Sirhan cambiò il corso della storia.

Voleva veramente, come disse al processo, punire l'uomo che aveva appena vinto le primarie californiane per il sostegno dato a Israele nella guerra dei Sei Giorni di cui in quel 5 giugno ricorreva il primo anniversario? O fu soltanto il gesto folle di un ubriaco - Sirhan aveva in corpo quattro cocktail Ted Collins - da poco entrato nella setta mistica dei Rosacroce?

RFK, pragmatico ma idealista, in quei giorni si era confermato il candidato democratico in pectore nella sfida contro Richard Nixon, ma alla sua morte i Dem si divisero: alla Convention di Chicago sul radicale Eugene McCarthy prevalse il grigio e istituzionale Humbert Humphrey, contro cui Nixon in novembre ebbe facilmente partita vinta.

Secondo sparatore?

Per quelle otto pallottole nelle cucine dell'Hotel Ambassador che ferirono altre cinque persone, Sirhan fu condannato nel 1969 alla camera a gas, commutata all'ergastolo con la possibilità di sconti di pena dopo che la Corte Suprema della California nel 1972 abolì temporaneamente la pena capitale applicando la decisione a tutte le condanne precedenti.

A spingere per la scarcerazione - per convalidarla serve entro 90 giorni il nulla osta dello staff della Commissione e poi la firma del governatore Gavin Newson - si sono schierati ora personaggi eccellenti: il sindacalista Paul Schrade, che fu uno dei cinque feriti, ha scritto al Board, convinto che quel giorno fatale, nelle cucine dell'Ambassador, ci fosse un secondo sparatore mai identificato.

Teoria sposata da uno dei figli di Bobby, Robert Kennedy Junior: avvocato ambientalista e esponente no vax che aveva 14 anni all'epoca dell'assassinio, nel 2018 ha incontrato Sirhan in carcere a San Diego e ne è uscito convinto che non sia stato lui a uccidere suo padre. "Mio padre è stato ministro della giustizia. Non avrebbe voluto un innocente in carcere", aveva detto al "Washington Post", trovando sponda nella sorella Kathleen Kennedy Townsend: "La sua ipotesi è forte. Penso che bisognerebbe riaprire il caso".

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