Estero

Talebani: gli afghani non possono più andare in aeroporto

Mentre proseguono le operazioni di evacuazione, dal Pentagono confermano il ritiro delle truppe americane entro il 31 agosto

In attesa di una speranza (Keystone)
24 agosto 2021
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I talebani intendono bloccare l’accesso all’aeroporto internazionale di Kabul ai cittadini afghani, che quindi non saranno più in grado di raggiungerlo e salire sugli aerei che stanno proseguendo le operazioni di evacuazione. Lo ha annunciato il portavoce della milizia islamica, Zabihullah Mujahid. "Abbiamo chiesto agli americani di non incoraggiare gli afghani a andarsene. Abbiamo bisogno delle loro competenze", ha affermato.

Secondo Mujahid la decisione è stata presa per evitare che le persone muoiano schiacciate dalla folla, come già successo negli ultimi giorni. Per gli stranieri invece l’accesso all’aeroporto continuerà a essere permesso.

Pentagono, nessun cambiamento su ritiro il 31/8

"Non c'è stato alcun cambiamento sulla scadenza della missione in Afghanistan. Crediamo che la data del 31 agosto possa essere rispettata": lo ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby.

"Penso che abbiamo le capacità per rispettare la data del 31 agosto. Sul fronte dello sfollamento continuiamo a fare progressi, diverse migliaia di americani sono stati già allontanati e negli Usa metteremo più basi a disposizione dei rifugiati afghani", ha detto Kirby che sta tenendo un briefing con la stampa.

"L'obiettivo è portare via 20'000 persone entro la fine della settimana", ha spiegato ancora il portavoce, ribadendo come gli Usa "porteranno via tutti gli americani che vogliono lasciare l'Afghanistan".

Ex capo di stato maggiore americano: 'Dovevamo andarcene molto prima'

Le truppe degli Usa avrebbero dovuto ritirarsi dall'Afghanistan dopo l'uccisione di Osama Bin Laden ed è stato un errore continuare la guerra. Mike Mullen, ex capo di stato maggiore congiunto e tra i principali consiglieri militari sia dell'ex presidente repubblicano George W. Bush che di quello democratico Barack Obama, fa mea culpa e ammette che la politica degli Usa nel paese era sbagliata. "È dura negare l'evidenza che ti sta di fronte", ha detto parlando con l'emittente televisiva statunitense ABC News.

L'ex militare nel 2009 fu tra coloro che consigliarono ad Obama di inviare oltre 40'000 soldati in Afghanistan. L'unico contrario fu l'allora ministro degli esteri Joe Biden, a favore di un aumento limitato a 10'000 unità e più concentrato sull'addestramento delle truppe afghane piuttosto che sul "nation building".

"Aveva ragione", ha detto a proposito di Biden. Mullen ha anche sottolineato che gli Usa hanno sottovalutato due cose fondamentali: il livello di corruzione dell'Afghanistan e il modo in cui sono state addestrate le truppe, a immagine e somiglianza di quelle degli Usa, quindi totalmente dipendenti dai soldati americani.

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