Estero

La Polonia richiama il suo ambasciatore in Israele

All'origine della disputa con lo Stato ebraico la legge sulla restituzione dei beni confiscati all'epoca della Seconda guerra mondiale

Il presidente Andrzej Duda (Keystone)
17 agosto 2021
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La Polonia ha richiamato il suo ambasciatore in Israele due giorni dopo che lo Stato ebraico ha fatto lo stesso nella disputa su una legge polacca volta a limitare la restituzione dei beni confiscati all'epoca della Seconda guerra mondiale. La norma esclude di fatto le famiglie delle vittime dell'Olocausto, e per questo Israele l'ha definita "antisemita".

"L'ambasciatore in Israele rimarrà in Polonia fino a nuovo avviso", ha affermato ieri il ministero degli esteri in una nota, in risposta alle "recenti azioni ingiustificate dello Stato di Israele, comprese la decisione infondata di abbassare il livello delle relazioni diplomatiche" e le "dichiarazioni inaccettabili" del ministro degli esteri israeliano.

"La decisione sul livello permanente della rappresentanza diplomatica polacca in Israele verrà presa nei prossimi giorni", si legge nel comunicato, che aggiunge come Varsavia non intenda inviare in Israele neanche il viceambasciatore. La rappresentanza diplomatica polacca a Tel Aviv sarà gestita da "un altro impiegato".

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