Estero

Multa record ad Amazon per violazione privacy nell’Ue

L’azienda definisce ‘sproporzionata’ la sanzione da oltre 800 milioni di franchi decisa dall’autorità lussemburghese per la protezione dei dati

Il gruppo di Jeff Bezos contesta gli addebiti
(Keystone)
30 luglio 2021
|

Bruxelles – Amazon raggiunge un altro primato, ma stavolta non c'è da vantarsene. Tocca infatti all'azienda di Jeff Bezos la multa più salata mai inflitta da un'autorità europea per violazione delle norme dell'Ue sulla protezione della sfera privata: 746 milioni di euro (818 milioni di franchi) da pagare per aver messo in pericolo i dati personali dei cittadini dell'Unione. L'azienda però contesta con forza le accuse mosse dall'autorità del Lussemburgo e annuncia un ricorso contro la decisione che giudica "sproporzionata".

"Mantenere la sicurezza delle informazioni relative ai nostri clienti e la loro fiducia sono priorità assolute per noi. Non c'è stata alcuna violazione di dati personali, né alcuna esposizione a terze parti di dati relativi ai nostri clienti. Queste circostanze sono indiscutibili", fa sapere Amazon in una nota, dopo aver essa stessa reso pubblica la decisione dell'autorità lussemburghese per la protezione dei dati personali (CNPD).

Regolamento violato

Gli esperti lussemburghesi hanno così chiuso un caso che andava avanti dal 2018, e che era stato portato alla loro attenzione da un gruppo francese che si batte per il diritto alla protezione della sfera privata, La Quadrature du Net. L'autorità si è espressa il 16 luglio, accusando Amazon di processare i dati personali violando il famigerato regolamento GDPR, ovvero le norme che qualche anno fa hanno messo rigidi paletti proprio a protezione della marea di dati privati che i cittadini europei condividono online e che sono ghiotta preda dei giganti del web.

Bruxelles ha cercato di fare ordine imponendo nel 2018 il suo regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), in base al quale le imprese devono chiedere il consenso dei cittadini quando richiedono i propri dati personali, informarli dell'uso che ne verrà fatto e consentire loro di cancellarli. Le violazioni, che vengono accertate dalle autorità della privacy nazionali, possono essere punite con multe salate che arrivano fino al 4% del fatturato.

Non è la prima volta

Amazon era stata già sanzionata nel 2020 dall'autorità francese (Cnil), e costretta a pagare 35 milioni di euro per non aver rispettato la legislazione sui cookies, usati per tracciare i movimenti degli utenti sui diversi siti web. Anche Google ha avuto una simile sanzione, ed ha dovuto pagare 100 milioni di euro.

"La decisione relativa al modo in cui mostriamo ai clienti pubblicità rilevante, si basa su interpretazioni soggettive e inedite della normativa europea sulla privacy e la sanzione proposta è del tutto sproporzionata anche rispetto a tale interpretazione", chiarisce Amazon nella nota.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE