Estero

A Cuba prime concessioni dopo le proteste

Via i dazi sulle importazioni di cibo e di medicinali e busta paga più pesante per i dipendenti statali

Un manifestante cubano a Miami (Keystone)
15 luglio 2021
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Via i dazi sulle importazioni di cibo e di medicinali e busta paga più pesante per i dipendenti statali. A Cuba, dopo le proteste senza precedenti dei giorni scorsi, arrivano le prime concessioni del governo per tentare di disinnescare l'ondata di malcontento che rischia di mettere in serio pericolo il regime castrista presieduto da Miguel Díaz-Canel.

Dopo l'intervento nei giorni scorsi dell'ex leader Raul Castro, oggi novantenne, l'esecutivo ha infine dato il via libera all'ingresso nel Paese, temporaneo ma senza limiti, di generi alimentari, farmaci e di tutti quei beni di prima necessità che da settimane scarseggiano sul mercato nazionale. Una penuria che ogni giorno costringe gran parte della popolazione a lunghissime code davanti ai negozi governativi nella speranza di assicurarsi il minimo indispensabile. I viaggiatori che entrano a Cuba potranno ora portare beni di prima necessità senza pagare alcuna imposta. La sospensione di tali tariffe sui beni importati scatterà lunedì prossimo e resterà in vigore fino alla fine dell'anno, come ha spiegato parlando in tv alla nazione il primo ministro Manuel Marrero Cruz.

Boccata d'ossigeno

Ma una boccata d'ossigeno per moltissime famiglie cubane arriverà soprattutto dall'aumento salariale deciso per gli statali, come annunciato dal ministro dell'Economia Alejandro Gil, spiegando che si andrà verso una profonda revisione del meccanismo di scala mobile al fine di migliorare il reddito di gran parte dei lavoratori. Non proprio una rivoluzione, ma comunque un notevole passo in avanti dopo decenni di immobilismo. Così il regime pensa anche a una riforma delle piccole e medie imprese, per modificarne la propria natura legale e rivedere il loro rapporto con la proprietà pubblica.

Intanto Mosca torna all'attacco di Washington, sostenendo che gli Stati Uniti a Cuba stanno tentando di creare "una rivoluzione colorata". "C'è solo una cosa che viene richiesta agli Stati Uniti e ai loro alleati: non interferire negli affari di uno stato sovrano", ha ribadito la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. "E se Washington è veramente preoccupata per la situazione umanitaria a Cuba e vuole aiutare i cubani - ha aggiunto - deve cominciare da se stessa, togliendo l'embargo rifiutato fin dall'inizio da tutta la comunità mondiale".

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