Estero

Zuma si arrende: in carcere l'ex presidente del Sudafrica

Si è costituito dopo un periodo in cui ha cercato di sottrarsi alla giustizia: dovrebbe scontare 15 mesi per aver snobbato la commissione anticorruzione

Jacob Zuma (Keystone)
8 luglio 2021
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Dimostrando che in Sudafrica l'istituzione giudiziaria almeno in questo caso ha funzionato, e la legge è veramente uguale per tutti, l'ex presidente sudafricano Jacob Zuma è entrato in carcere per scontare 15 mesi di reclusione. L'ex-combattente per la libertà della lotta all'apartheid ha però atteso fino agli ultimi minuti prima di una scadenza improrogabile per consegnarsi alla Giustizia, evitando un confronto fra la polizia e centinaia di suoi irriducibili sostenitori determinati a difenderlo nella sua cittadina natale di Nkandla, nell'est del Paese.

L'accusa che ha portato il carismatico e sulfureo 79enne dietro le sbarre dalla scorsa notte è il rifiuto di comparire davanti a una commissione d'inchiesta anti-corruzione. A imporre il carcere è stato un pronunciamento della corte costituzionale. Zuma si era guadagnato gloria trascorrendo dieci anni in prigione quale prezzo della lotta condotta assieme all'iconico Nelson Mandela contro il segregazionismo dei bianchi ai danni della maggioritaria popolazione nera del Sudafrica. Ma già da vicepresidente, e poi nei nove anni di potere al vertice dello Stato fino al 2018, l'ombra della corruzione ha fortemente offuscato la sua figura di padre nobile della Patria costringendolo alle dimissioni.

A perseguitarlo sono state in particolare le accuse sul 'saccheggio' di risorse statali e sul traffico di influenze che sarebbero stati perpetrati durante la sua presidenza da tre uomini di affari indiani, i fratelli Gupta ora riparati a Dubai e che, come Zuma, protestano innocenza.

Già il 19 luglio inoltre riprende il processo per corruzione a suo carico in un caso di tangenti su una vendita di armamenti da due miliardi di dollari del 1999, quando era vicepresidente. Molti sudafricani hanno salutato la condanna di "Teflon" - un soprannome affibbiato a Zuma per il suo talento nel sottrarsi alla Giustizia - come un segno di rispetto per le regole democratiche: "Nessuno è al di sopra della legge", è stata una frase ricorrente. Di "giorno glorioso" che dimostra "il prevalere dello stato di diritto" in Sudafrica ha parlato Thuli Madonsela, la giurista che ha aveva firmato il rapporto con cui già nel 2016 veniva stigmatizzato l'operato dei fratelli Gupta.

Prima di entrare in carcere, Zuma ha però ottenuto che la stessa Corte Costituzionale riconsideri la sua sentenza già lunedì prossimo. E il ministero della Giustizia ha chiarito che, come ogni detenuto, Zuma può sperare nella libertà vigilata dopo aver scontato un quarto di pena, quindi poco più di tre mesi.

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