Estero

Biden rassicura l’Afghanistan: ‘Non vi lasceremo soli’

Ritiro quasi completato ma c'è una strategia per aiutare la popolazione e gli interpreti. In arrivo anche 1,4 milioni di vaccini anti Covid

Joe Biden all'ultimo summit Nato (Keystone)
8 luglio 2021
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Il ritiro delle truppe americane è quasi completato, per oltre il 90%, ma gli Usa non lasceranno soli gli afghani e continueranno a sostenere il governo di Kabul. Dopo un aggiornamento con il capo del Pentagono e il suo team per la sicurezza nazionale, Joe Biden evita di cadere nella celebrazione di una "mission accomplished", come fece George W. Bush nel 2003 per le operazioni in Iraq venendo poi smentito dai fatti.

Il presidente preferisce rilanciare dalla Casa Bianca un messaggio rassicurante, spiegando che dopo 20 anni di guerra ad Al-Qaida per gli attentati dell'11 settembre la missione è finita perché non ci può essere una soluzione militare ma ha creato le basi per un Paese diverso, capace di difendersi e di decidere da solo il proprio destino.

La strategia

Consegnata alle forze afghane anche Bagram, base simbolo e cuore nevralgico di tutte le principali operazioni militari nel Paese, gli Usa continueranno a garantire il supporto aereo e la sorveglianza dei cieli da altri Paesi. E non abbandoneranno le migliaia di interpreti che hanno aiutato Washington, evacuandoli probabilmente entro fine agosto in Paesi terzi come Qatar ed Emirati Arabi e in territori americani come Guam, in attesa della concessione del visto americano. In arrivo entro fine settimana anche 1,4 milioni di vaccini anti Covid.

Le rassicurazioni di Biden arrivano in coincidenza con l'annuncio del premier britannico alla Camera dei Comuni che anche "gran parte delle truppe britanniche sono già partite". Boris Johnson ha ammesso che la situazione attuale nell'area resta "difficile", ma ha detto che gli alleati possono essere "fieri" dei 20 anni di missione militare afghana e che "non ci sono dubbi" come in questi anni siano stati fatti "progressi" rispetto al dopo 11 Settembre o all'epoca della presenza di Osama bin Laden.

I combattimenti sul campo

Ma le notizie che arrivano dal terreno sono allarmanti. I talebani continuano la loro offensiva occupando gli spazi abbandonati dalle forze Nato. Finora hanno riconquistato quasi il 50% dei distretti rurali, ossia un terzo del paese, e si stanno avvicinando pericolosamente a Kabul. Da due giorni hanno lanciato un attacco anche contro Qala-I-Naw, il primo contro una capitale provinciale dall'inizio del ritiro americano. Il governo di Kabul ha inviato in elicottero centinaia di commando ma l'esito della battaglia appare incerto.

Nei giorni scorsi le forze afghane hanno dovuto ritirarsi in Tagikistan per sfuggire all'offensiva dei talebani mettendo in allarme il Cremlino, preoccupato per la stabilità delle ex repubbliche sovietiche nell'Asia centrale. Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha già avvisato che in caso di un attacco al Tagikistan dal confine con l'Afghanistan l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), una sorta di Nato costruita sulle ceneri dell'Urss, si riunirà urgentemente per rispondere

Il capo di stato maggiore della difesa britannica, il generale Nick Carter, ha ammesso che le ultime notizie dall'Afghanistan sono "piuttosto cupe", facendo eco al monito del generale americano Austin Miller, comandante della missione internazionale, che non ha escluso una guerra civile.

Alcune agenzie di intelligence Usa prevedono che il governo afghano potrebbe capitolare sotto i colpi dei talebani nel giro di sei mesi dopo che gli americani avranno abbandonato il Paese. E non mancano le critiche, anche tra alti dirigenti afghani, che il ritiro sia stato affrettato per rispettare una scadenza politica e simbolica: quella del prossimo 11 settembre, 20/mo anniversario dall'attacco alle Torri Gemelle.

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