Estero

La Spagna riconosce nuovi diritti alle persone trans

Ok alla legge che riconosce il diritto dell'autodeterminazione dell'identità di genere

L'arcobaleno Lgbt sul palazzo dell'Aljaferia, a Saragozza (Keystone)
29 giugno 2021
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Una legge che porrà la Spagna "di nuovo all'avanguardia" in Europa in ambito di diritti sociali e che permetterà di "superare l'invisibilità storica" delle persone transessuali: Madrid ha annunciato così l'ok in Consiglio dei ministri alla proposta di legge che riconosce ai cittadini il "diritto all'autodeterminazione" dell'identità di genere, a lungo rivendicato dai collettivi Lgbt+.

L'iniziativa legislativa prevede infatti che i cittadini possano richiedere la modifica a livello legale del proprio sesso senza necessità di aver effettuato cure ormonali né di presentare referti medici. Il testo dovrà ora affrontare diversi passaggi a livello di organismi regolatori e in Parlamento, necessari per la sua eventuale approvazione. Un via libera che consentirebbe alla legislazione spagnola di porsi in linea con quella di alcuni altri Paesi europei, come la Danimarca, il Belgio, la Norvegia, il Portogallo e Malta.

Il caso dei minori

"Le persone trans potranno essere riconosciute dalle amministrazioni per come sono e non saranno più considerate malate", ha affermato la ministra spagnola per le Pari Opportunità Irene Montero, promotrice della proposta di legge ed esponente del partito di sinistra Unidas Podemos. "La libera autodeterminazione dell'identità di genere è l'unico meccanismo che permette di garantire i loro diritti"; ha aggiunto. La possibilità di chiedere il cambio di sesso senza nulla più che una semplice pratica amministrativa viene garantita nella proposta di legge a partire dai 16 anni d'età. Per adolescenti tra i 14 e i 16 anni sarà invece permessa se accompagnata dal consenso dei genitori o di un tutore, mentre per le persone di 12 o 13 anni sarà necessaria l'autorizzazione di un giudice. In ogni caso, la persona richiedente dovrà ratificare la propria decisione entro tre mesi dalla prima domanda. La proposta di legge contempla anche altre misure per proteggere la minoranza Lgbt+, ad esempio la proibizione delle terapie della conversione. Un altro punto, inoltre, prevede che nelle coppie lesbiche non sposate con figli la filiazione venga riconosciuta a entrambe le donne, anche per chi delle due non è madre biologica, senza che sia necessaria l'adozione.

Trovate le risposte

Le principali associazioni Lgbt+ si dicono soddisfatte della proposta di legge approvata dal Cdm. "Dà risposta a gran parte delle richieste del collettivo", dice José María Núñez, presidente della Fondazione Triángulo. "Riconosce la dignità delle persone trans ed è un risarcimento nei loro confronti", aggiunge. Come riconosciuto dalla stessa ministra Montero, il governo ha avuto parecchie difficoltà per arrivare a un intesa. L'introduzione dell'autodeterminazione di genere è stata infatti fortemente criticata da una parte del movimento femminista, che sostiene che minaccia i diritti delle donne, perché metterebbe a rischio le tutele di cui godono in virtù del proprio sesso biologico. L'acceso dibattito su questo aspetto si è riprodotto anche nell'esecutivo, in cui la vicepremier socialista Carmen Calvo si è fatta inizialmente parziale portavoce di queste istanze contrarie, prima che prevalesse in sostanza la linea sposata da Montero.

Intanto in Francia il Parlamento ha dato via libera a un progetto di legge sulla bioetica che include, tra l'altro, l'emblematica estensione della procreazione medicalmente assistita (Pma) a tutte le donne, incluso donne single e lesbiche. Dopo due anni di navetta parlamentare, una delle principali promesse elettorali del presidente Emmanuel Macron è arrivata dunque a compimento.

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