Estero

Caos Colombia: a Cali si dimette il capo della polizia

Continuano le proteste nel Paese sudamericano: dall’inizio delle manifestazioni, il 28 aprile, i morti ufficiali sono 42

Scene da guerriglia a Cali (Keystone)
18 maggio 2021
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Le proteste in Colombia scuotono le istituzioni nella città di Cali, tra le più colpite dalle manifestazioni e dalle violenze iniziate lo scorso 28 aprile a seguito dello sciopero nazionale. Il comandante della polizia della città, generale Juan Carlos Rodriguez, ha presentato le sue dimissioni a seguito della tesa e complessa situazione di ordine pubblico, mentre il sindaco Jorge Iván Ospina ha chiesto le dimissioni di tutto il suo governo cittadino. Lo riporta il sito del quotidiano El Espectador.

Rodríguez ha assunto la guida della polizia di Cali il 5 gennaio 2021 e, da allora, si è impegnato a ridurre il crimine che da anni affligge la città. Tuttavia, dallo scorso 28 aprile, quando è iniziato lo sciopero nazionale colombiano, le dinamiche nel capoluogo di Valle del Cauca sono cambiate, e il generale ha dovuto affrontare un'ondata di proteste caratterizzate da sit-in e blocchi stradali permanenti. A questo si è aggiunto il malcontento generalizzato dei cittadini di fronte alle azioni della polizia, accusata di un uso eccessivo della forza contro i manifestanti. Secondo l'ufficio del Difensore civico, almeno 42 persone sono morte nel Paese nell'ambito delle mobilitazioni, con centinaia di feriti.

Oggi, il sindaco di Cali ha chiesto le dimissioni di tutti i segretari del suo governo e dei direttori degli enti locali. "Sono momenti che richiedono trasformazioni reali, espansione delle capacità e recupero di fiducia. Ho deciso di chiedere le dimissioni di tutti i segretari e amministratori per ricostituire e consolidare le squadre", ha scritto il funzionario sul suo account Twitter. Ospina ha anche annunciato che le risorse inizialmente stanziate per la riprogettazione totale della strada Avenida Sexta nel nord della città, saranno destinate a misure di inclusione per i giovani "in materia di emergenza sociale, occupazione, sport e cultura".

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