Estero

Il Papa istituisce il ministero laicale di Catechista

Il ruolo di laiche e laiche impiegati nella catechesi viene elevato a ministero della Chiesa. Non tutti gli attuali catechisti potranno accedere al ministero

Lezione di catechismo in un centro di riabilitazione dalle droghe nelle Filippine(Keystone)
11 maggio 2021
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"Dopo aver ponderato ogni aspetto, in forza dell'autorità apostolica istituisco il ministero laicale di Catechista". È un passo in qualche modo storico, per la vita della Chiesa, quello che compie papa Francesco con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio "Antiquum ministerium", erigendo a ministero istituito il ruolo di laiche e laici impegnati nella catechesi - più di tre milioni nel mondo -, dagli insegnanti di catechismo nelle parrocchie fino alle vere e proprie guide di comunità cristiane nelle lande più sperdute del pianeta, dove i sacerdoti scarseggiano.

Sarà ora la Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, secondo il volere del Pontefice, a provvedere "entro breve tempo a pubblicare il Rito di Istituzione del ministero laicale di Catechista", mentre Francesco invita "le Conferenze Episcopali a rendere fattivo il ministero di Catechista, stabilendo l'iter formativo necessario e i criteri normativi per potervi accedere, trovando le forme più coerenti per il servizio" che gli interessati saranno chiamati a svolgere.

Nel Motu proprio il Papa ricorda come il ministero di Catechista nella Chiesa sia "molto antico", risalente ai "maestri" delle prime comunità cristiane. E la Chiesa "ha voluto riconoscere questo servizio come espressione concreta del carisma personale che ha favorito non poco l'esercizio della sua missione evangelizzatrice". Inoltre, "a partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II, la Chiesa ha sentito con rinnovata coscienza l'importanza dell'impegno del laicato nell'opera di evangelizzazione".

Quindi, argomenta Francesco, "è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che in forza del proprio battesimo si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi". E "questa presenza si rende ancora più urgente ai nostri giorni per la rinnovata consapevolezza dell'evangelizzazione nel mondo contemporaneo - afferma il Papa -, e per l'imporsi di una cultura globalizzata, che richiede un incontro autentico con le giovani generazioni".

Il Motu proprio riconosce la "forte valenza vocazionale" del ministero, "che richiede il dovuto discernimento da parte del Vescovo e si evidenzia con il Rito di istituzione".

E in quanto "servizio stabile reso alla Chiesa locale secondo le esigenze pastorali individuate dall'Ordinario del luogo", ma "svolto in maniera laicale come richiesto dalla natura stessa del ministero", è bene che "al ministero istituito di Catechista siano chiamati uomini e donne di profonda fede e maturità umana, che abbiano un'attiva partecipazione alla vita della comunità cristiana, che siano capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna". Non solo: "che ricevano la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica per essere comunicatori attenti della verità della fede, e che abbiano già maturato una previa esperienza di catechesi".

Nella conferenza stampa di presentazione del documento, che ha richiesto una gestazione di almeno cinque anni, il presidente del Dicastero per la Nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella sottolinea che "l'istituzione di questo ministero, unitamente a quello dell'accolitato e del lettorato, permetterà di avere un laicato maggiormente formato e preparato nella trasmissione della fede".

"Non ci si improvvisa catechisti", avverte, poiché "chi svolge il ministero di catechista sa che parla a nome della Chiesa e trasmette la fede della Chiesa". Il servizio, comunque, "dovrà essere vissuto in maniera 'secolare' senza cadere in forme di clericalismo che appannano la vera identità del ministero". Secondo Fisichella, inoltre, "è ovvio che non tutti coloro che oggi sono catechisti e catechiste potranno accedere al ministero di catechista.

Questo ministero - spiega - è riservato a quanti corrisponderanno ad alcuni requisiti che il Motu proprio elenca. Primo fra tutti, quello della dimensione vocazionale a servire la Chiesa dove il vescovo lo ritiene più qualificante". Infine, "il ministro catechista non deve avere una responsabilità liturgica", e quindi, ad esempio, "non farà omelie" durante le celebrazioni.

E in una nota, il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Stefano Russo, rileva a sua volta che "il catechista risponde a una chiamata e lo fa per sempre. In un tempo fluido è importante avere coscienza che quel 'sempre' è un orizzonte di senso per una Chiesa ministeriale".

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