Estero

L'Europa boccia Biden sui brevetti

Secondo i 27 dell'Ue il problema sta nella produzione, non nella libertà della proprietà intellettuale

Etichette del vaccino Pfizer dopo l'uso (Keystone)
7 maggio 2021
|

"I vaccini servono ora. La deroga temporanea sui brevetti" proposta da Biden "non risolve il problema nel breve e medio periodo. Ciò che serve è una condivisione dei sieri, l'export di dosi, e investimenti per accrescere" la capacità produttiva, anche nei Paesi africani. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, è stata tranchant nella sua risposta alla mossa dell'amministrazione Usa, sfidando: "L'Europa esporta il 50% dei sieri che produce", chi parla di sospensione della proprietà intellettuale faccia altrettanto. I leader dell'Unione europea, spiazzati dall'annuncio improvviso dell'amministrazione Biden, si sono riuniti al summit informale di Porto per ragionare sull'iniziativa del partner transatlantico, e sulle aspettative che ha creato a Nuova Delhi.

I negoziati

La tempistica infatti non è trascurabile. Domani il premier Narendra Modi sarà in videoconferenza con i 27, per rilanciare i negoziati di partnership commerciale sospesi ormai otto anni fa. Il tema emergerà di sicuro, anche perché proprio India e Sudafrica, flagellati dal virus, nell'ottobre scorso avevano proposto al Wto di sospendere temporaneamente l'applicazione di alcune disposizioni dell'accordo Trips. L'intesa sulla difesa della proprietà intellettuale, per facilitare un più ampio accesso alle tecnologie necessarie per la produzione di vaccini e medicinali. Nel risveglio del giorno dopo, l'iniziativa americana ha lasciato tra i partner europei il sapore di una solidarietà a basso costo piuttosto che una vera soluzione per un problema che in termini concreti si traduce nei soli 53 milioni di shot donati finora al Covax - contro i due miliardi previsti entro fine anno - per la vaccinazione del 20% delle popolazioni dei Paesi a basso reddito. Una mossa che ha fatto di Biden un eroe e lasciato l'Unione col cerino in mano, obbligata moralmente ad aprire la discussione e a mostrare sostegno, pur sapendo che non è una strada percorribile nell'immediato perché il tempo per un dibattito politico sulla proprietà intellettuale, seppur legittimo, non c'è. Molto più utile sarebbe una rinuncia alle restrizioni sull'export, e una spinta alle case farmaceutiche per accordi volontari sul trasferimento di tecnologie, come in Europa tra Sanofi e Pfizer e in India tra AstraZeneca e Serum Institute.

Le parole di Macron

Concetti espressi anche dalle parole del francese Emmanuel Macron. "Donare le dosi, questo è il punto. Non bisogna bloccare" l'esportazione dei sieri e dei loro ingredienti "come hanno fatto gli anglosassoni", che hanno fermato "quasi il 100%. Sono favorevole a questo dibattito, ma non deve uccidere l'innovazione. Innovatori e ricercatori devono essere sempre remunerati", ha insistito il capo dell'Eliseo, puntualizzando di essere "in piena sintonia con Angela Merkel e la Commissione europea" sul dossier. Un'unità ritrovata nel giro di una manciata di ore con l'alleata di sempre - che già ieri si era detta molto scettica sulla proposta Biden -, mentre si sono sciolte anche le perplessità di Parigi rispetto al nuovo contratto da 1,8 miliardi di vaccini Pfizer-BioNTech, per gli immunizzanti di nuova generazione anti-varianti per il 2022-2023, che la Commissione sta finalizzando.

"Contrariamente a quanto si dice, la Francia ha ufficialmente confermato il sostegno al contratto. È sorprendente che siamo criticati per aver posto domande di buon senso", ha commentato il portavoce della ministra francese per l'Industria, Agnès Pannier-Runacher dopo che la tedesca Welt aveva fatto trapelare una sorta di blocco di Parigi. "Mancano le capacità produttive, il problema non è la liberalizzazione dei brevetti", ha ribadito intanto Merkel da Berlino, mentre lo spagnolo Pedro Sanchez, arrivato a Porto con una proposta in tasca, è apparso più possibilista: "Bisogna accelerare il processo di trasferimento delle tecnologie per aumentare la capacità di fabbricazione di vaccini in tutti i Paesi per una rapida distribuzione ovunque. Bene la proposta di Biden, ma è insufficiente".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE