Estero

Libertà vigilata per gli ex terroristi rossi arrestati

Sette erano stati fermati in Francia, altri due si sono costituiti. Resta introvabile solo Maurizio Di Marzio: da mercoledì via ai processi

Manifestazione a Parigi a sostegno dell'ex Br Marina Petrella (Keystone)
29 aprile 2021
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Sono tornati tutti in libertà con diverse restrizioni, fra cui il divieto di lasciare il territorio francese, i 9 ex terroristi italiani posti in stato di fermo nell'ambito dell'operazione 'Ombre Rosse'. Da mercoledì prossimo, via ai processi davanti alla Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello di Parigi, che dovrà entrare nel merito, caso per caso, della richiesta di estradizione dell'Italia nei loro confronti. La giornata è cominciata con Luigi Bergamin e Raffaele Ventura che hanno deciso di costituirsi, recandosi direttamente e in compagnia dei loro avvocati al Palazzo di Giustizia.

Per loro si pensava che la fine dello stato di fermo sarebbe stata concessa con una giornata di ritardo rispetto agli altri 7 arrestati ieri, che hanno trascorso la notte nei locali della Sdat, la vice direzione anti-terrorismo, che si trova a nord di Parigi, a Levallois-Perret. Infatti domani mattina alle 6 sarebbero scadute le 48 ore di fermo solo per i 7 arrestati ieri mattina. I giudici hanno invece convenuto di porre fine al fermo per tutti, accompagnando la decisione con misure cautelari: fra queste, il divieto di lasciare il territorio francese e l'obbligo di presentarsi a orari prestabiliti al commissariato più vicino al luogo di residenza. I nove hanno dovuto anche lasciare i propri documenti di identità alle autorità giudiziarie e hanno l'obbligo di presentarsi ad ogni convocazione.

L'ora dei tribunali

L'uscita dallo stato di fermo era stata la richiesta dell'avvocata Irène Terrel. La legale storica degli italiani degli anni di piombo in Francia - secondo quanto si apprende in ambienti vicini ai 9 ex terroristi - ha spinto a costituirsi Bergamin e Ventura per avvalorare la sua domanda ai giudici con il concetto di "affidabilità" e "reperibilità" di tutti gli imputati. In tal modo la difesa ha evitato il rischio che il giudice prolungasse lo stato di fermo per il timore di "fughe". Resta introvabile il solo Maurizio Di Marzio, evidentemente in attesa di prescrizione che per lui scatterà il 10 maggio. A metà giornata c'è stato, a palazzo di Giustizia, il primo contatto dei nove italiani con i magistrati francesi, dopo la decisione del presidente Emmanuel Macron di dare il via libera politico alla richiesta dell'Italia di estradarli. Uno per uno, sono stati presentati alla procuratrice Clarisse Taron, che ha in mano i loro fascicoli e che ha notificato loro la domanda di estradizione da parte dell'Italia. Nel rispetto della prassi, la magistrata ha chiesto a ognuno di loro se acconsentisse alla richiesta italiana, e ognuno - come ampiamente previsto - ha risposto di no. Sono quindi stati rinviati, sempre singolarmente, davanti al giudice, che ha deciso di porre fine allo stato di fermo.

La Chambre de l'Instruction è stata investita da stasera della richiesta di giudizio sulle domande di estradizione, con prima udienza dedicata alle "notificazioni" il prossimo 5 maggio. L'Eliseo ha spiegato ieri che con l'operazione 'Ombre Rosse' si chiude definitivamente il dossier degli anni di piombo e della controversa dottrina Mitterrand, servita a proteggere chi fuggì dall'Italia per non scontare condanne. Molti gli interrogativi che si sono accavallati in queste ore, anche in ambienti francesi vicini a questo gruppo di fuorusciti, su eventuali altri nomi rimasti fuori dall'elenco. Fonti degli inquirenti hanno precisato che le varie liste compilate negli ultimi anni con i nomi di persone fuggite in Francia e con i conti in sospeso con la giustizia italiana sono state di fatto "azzerate". E che con questo gruppo di sessantenni-settantenni - i 10 considerati in qualche modo "spendibili" perché non ancora in prescrizione - si chiude in modo definitivo il capitolo più spinoso dei rapporti fra Roma e Parigi.

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