Estero

Diritti civili, nuova stretta a Hong Kong

Alle autorità cinesi poteri illimitati su ingressi e uscite dalla città. La legge sull'immigrazione non piace nell'ex colonia britannica

La skyline di Hong Kong (Keystone)
28 aprile 2021
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Hong Kong ha una nuova controversa legge sull'immigrazione. Il Consiglio legislativo, il parlamentino dell'ex colonia britannica ormai svuotato dei deputati d'opposizione del fronte pro-democrazia, ha approvato velocemente la normativa che avvocati, diplomatici e attivisti a tutela dei diritti temono si configuri come una nuova stretta potendo dare alle autorità poteri illimitati per impedire ai residenti e ad altre persone di entrare o uscire dalla città.

Il governo locale ha liquidato i sospetti come "una totale assurdità", notando che la legislazione, in vigore dal prossimo primo agosto, mira semplicemente a controllare gli immigrati illegali, in mezzo a un arretrato di domande di richieste d'asilo, senza pregiudicare i diritti costituzionali di libera circolazione. "Stiamo affrontando sfide crescenti, in particolare impedendo che il numero di immigrati illegali aumenti e che i richiedenti abusino dell'attuale sistema", ha osservato il segretario alla Sicurezza John Lee, aggiungendo che i diritti di viaggio rimangono garantiti e che il governo introdurrà una normativa sussidiaria a breve termine.

Secondo gli ultimi dati, ci sono 13.000 richieste pendenti presentate da persone rifugiatesi a Hong Kong. Le rassicurazioni sono arrivate in un clima di totale sfiducia dopo il percorso più autoritario intrapreso da Pechino sull'ex colonia, tra la legge sulla sicurezza nazionale e il nuovo sistema elettorale destinato a stroncare l'opposizione pro-democrazia e ad affidare la guida della città solo ai "patrioti", fedeli alla Cina. L'Ordine degli avvocati di Hong Kong (Hkba) osservò a febbraio che il disegno di legge non spiegava perché tali poteri fossero necessari, come sarebbero stati utilizzati e non prevedeva alcun limite alla durata di eventuali divieti di viaggio, né alcuna salvaguardia contro gli abusi.

Posizioni pro-Pechino

Nel dibattito parlamentare, la deputata pro-Pechino Elizabeth Quat ha affermato che il numero di rifugiati costituiva "una minaccia alla pace e alla stabilità" e che la città aveva bisogno di curare questo "cancro". Parole forti per criticare l'attuale modello di esame delle domande che può richiedere anni con una percentuale di accettazione pari all'1%. Durante l'attesa, è illegale per i richiedenti asilo lavorare o fare volontariato, vivendo in un limbo con i buoni alimentari governativi.

Attualmente, può scattare a loro carico la detenzione con l'infrazione della legge o in vista dell'espulsione per un periodo "ragionevole", demandato alla valutazione di un tribunale. La nuova normativa aggiunge che le autorità possono anche trattenere un rifugiato se "la persona rappresenta o è probabile che costituisca una minaccia o un rischio per la sicurezza per la comunità". Una fattispecie così fumosa e indefinita da giustificare le preoccupazioni di avvocati e attivisti.

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