Estero

Italia, prosegue la ‘purga’ nel Movimento 5 Stelle

Volano gli stracci: dopo i 15 senatori messi alla porta ieri, oggi è stato il turno di 15 deputati alla Camera. Ma c’è chi cerca di ricucire.

Crimi
(Keystone)
19 febbraio 2021
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Roma – Il Movimento Cinque Stelle (M5S) ha nuovamente espulso membri del suo gruppo parlamentare a Roma per aver votato contro il governo di Mario Draghi. Dopo i 15 senatori messi alla porta ieri, stavolta si tratta di politici della Camera dei deputati, ha annunciato venerdì su Facebook il leader ad interim Vito Crimi, senza fornire una cifra precisa. L’agenzia di stampa Ansa, citando fonti di partito, riferisce di 21 deputati.

“Chi non ha votato la fiducia a questo governo si è automaticamente collocato all'opposizione, dunque all'opposizione del MoVimento che ha deciso di sostenerlo, ed era perfettamente consapevole delle conseguenze delle proprie scelte”, ha spiegato Crimi. Ma la voce del capo politico, nonostante il Garante Beppe Grillo sia sulla stessa linea, stavolta non basta. E la guerra fratricida divampa nel Movimento, con l’ex deputato Alessandro Di Battista pronto a tornare in trincea.

Intanto, c'è chi nel Movimento prova a recuperare i dissidenti, facendo da pontiere tra i vertici e gli ortodossi. "Ricordo che tanti colleghi che hanno votato in dissenso sono parte fondamentale del Movimento, oltre che amici fraterni e compagni di tante battaglie. Serve unità adesso", sottolinea la vice presidente Paola Taverna, tra i sì più "sofferti" al governo Draghi.

I Cinque Stelle avevano votato per sostenere il governo di Draghi in un voto interno al partito la scorsa settimana. Ma il voto dei membri aveva generato una scia di polemiche sfociate appunto nella ‘purga’ di questi giorni.

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