Estero

Germania, ergastolo per il killer neonazista di Luebcke

Condannato alla pena massima il seguace dell’estrema destra che ammazzò il politico della Cdu impegnato nell’accoglienza dei profughi

Ernst (a destra) col suo avvocato
(Keystone)
28 gennaio 2021
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Berlino – L'omicidio di Walter Luebcke è stato commesso da un neonazista, Stephan Ernst, condannato oggi all'ergastolo dalla Corte d'appello di Francoforte sul Meno. La sentenza riaccende i riflettori su quello che è stato il primo assassinio di un politico per mano di un seguace dell'estrema destra tedesca dalla Seconda guerra mondiale.

E analisti e commentatori in Germania sottolineano all'unisono quanto sia decisivo, alla luce dell'accaduto, che ciascuno si schieri a difesa della democrazia, senza lasciarsi intimidire. Un compito che investe l'intera società tedesca. Da presidente della circoscrizione di Kassel, Luebcke si era impegnato per accogliere i profughi, nel 2015, e aveva difeso questa linea pubblicamente, in un incontro a cui il suo assassino aveva partecipato. Era l'anno in cui oltre un milione di rifugiati approdò nella Germania che aveva generosamente aperto le sue porte, con una decisione che costò quasi il posto ad Angela Merkel, sollevando uno scontro politico interno inedito anche per i turbolenti anni vissuti dalla cancelliera alla guida del Paese.

‘Odio xenofobo e ideologia di estrema destra’

Quattro anni dopo, il primo giugno 2019, mentre fumava l'ultima sigaretta prima di andare a dormire sulla terrazza di casa, Walter Luebcke fu raggiunto da un colpo d'arma da fuoco letale. Quella notte lasciò la moglie, due figli e il suo Paese in preda allo sconcerto generale. E anche oggi, risentire come la Corte d'appello abbia ribadito che Stephan Ernst, 47 anni, abbia agito mosso "dall'odio xenofobo e dall'ideologia di estrema destra", coltivata fin da giovane, ha fatto molta impressione.

Nel corso del processo l'imputato aveva ammesso tre volte la sua colpa, pur fornendo versioni diverse. Aveva inoltre affermato di essere pentito e chiesto scusa alla vedova e ai figli della sua vittima. Ma per il giudice Thomas Sagebiel, che oggi ha dedicato oltre tre ore alla motivazione della sentenza, queste manifestazioni sarebbero state strumentali: il mezzo di un uomo altrimenti freddo per ottenere delle attenuanti. Ernst ha proiettato il suo odio xenofobo sull'esponente della Cdu, ha scandito il giudice.

Una ‘dolorosa incertezza’ resta sull’accaduto

L'epilogo giudiziario del caso Luebcke lascia comunque l'amaro in bocca: la Corte ha espresso i suoi dubbi sulla effettiva corresponsabilità di un altro elemento di estrema destra, Markus H., tirato in ballo da Ernst durante il processo. E di fronte alla mancanza di prove inconfutabili, il secondo imputato è stato condannato soltanto a un anno e sette mesi per le violazioni sulla legge sulle armi.

In aula c'erano Irgmard Braun Luebcke e i suoi due figli. "Sappiamo che la vostra perdita è incommensurabile", ha detto rivolgendosi loro Sagebiel per giustificare la mancata condanna del fino ad oggi presunto complice del killer. La replica della famiglia è stata affidata al portavoce che, secondo la Dpa, subito dopo l'udienza ha definito "molto dolorosa l'incertezza" rimasta sull'accaduto.

Restano ombre anche sul secondo capo d'imputazione che pendeva su Stephan Ernst: l'accusa di tentato omicidio ai danni di un giovane iracheno, ferito gravemente nel 2016. Anche su questo punto i giudici hanno ritenuto impossibile chiarire i fatti. "Sono molto triste - il commento di Ahmed I., 27 anni -. Vivo un secondo tradimento oggi in Germania. Come straniero in questo Paese vorrei soltanto ottenere giustizia".

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