Estero

Scontri in Tunisia, oltre 600 arresti

A dieci anni dalla Rivoluzione dei Gelsomini notti agitate nella capitale e in altre città. I social raffigurano il premier Mechichi come Ben Ali

(Keystone)
20 gennaio 2021
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Ennesima notte agitata in Tunisia, dove a dieci anni dalla Rivoluzione dei Gelsomini continuano i disordini in diverse città. Tafferugli tra giovani e forze di sicurezza, con l'ormai consueto scenario di sassaiole da una parte e uso di gas lacrimogeni dall'altra hanno interessato in particolare i sobborghi popolari della capitale. Nei disordini delle scorse notti erano stati arrestati oltre 600 giovani e giovanissimi, mentre in quest'ultimo caso gli arresti sono stati quarantuno. Il premier Hichem Mechichi ha parlato in tv in prima serata dicendo di "comprendere le proteste e il desiderio di esprimersi di tanti tunisini" ma di non giustificare "il mancato rispetto del coprifuoco notturno, i saccheggi e le devastazioni di proprietà pubbliche e private". Un discorso che pare non abbia convinto troppo i giovani, almeno a osservare le vignette ironiche già apparse sui social che lo accostano all'ultimo discorso in tv di Ben Ali, prima della sua fuga in Arabia Saudita.

La situazione socio-economica tunisina attuale, in effetti, è piuttosto critica con un crollo del Pil dovuto alla pandemia del 9% e la mancanza di prospettive concrete di ripresa nell'immediato. Preoccupante anche la situazione Covid, con 184.483 casi confermati al 18 gennaio, un numero elevati di decessi nelle ultime 24 ore (94), che portano il totale dei morti per il virus a 5.844. Il premier Mechichi ha annunciato sabato scorso un sostanzioso rimpasto governativo, per dare maggior efficacia all'azione dell'esecutivo, che interessa ben 11 ministri, atteso al vaglio del parlamento il 26 gennaio.

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