In 12 arrestati dopo tentativo di fuga a Taiwan, due i minorenni. Amnesty International denuncia: processo iniquo
Pechino – I dieci fuggitivi e attivisti pro democrazia di Hong Kong, processati a Shenzhen per l'attraversamento illegale del confine marittimo cinese nel tentativo di raggiungere Taiwan, sono stati condannati a pene detentive tra i 7 mesi e i 3 anni. La Corte del Popolo di Yantian ha riconosciuto il leader della fuga in Tang Kai-yin, infliggendogli 3 anni di reclusione e la multa da ventimila yuan (2'491 euro), mentre Quinn Moon, unica donna del gruppo ritenuta anche co-leader, dovrà scontare due anni di carcere e pagare la multa di 15mila yuan (1'868 euro). Gli altri 8 imputati sono stati raggiunti da una condanna a 7 mesi di carcere e dalla multa di diecimila yuan (1'245 euro).
I dieci fuggitivi si erano dichiarati colpevoli nella breve udienza di lunedì affidandosi alla clemenza della Corte, in base a quanto riferito dal quotidiano di Hong Kong pro-Pechino, Wen Wei Po. Quanto ai due imputati minorenni, parte del gruppo di 12 persone bloccato il 23 agosto dalla guardia costiera cinese sul motoscafo diretto a Taiwan, è stata disposta la loro consegna alla polizia dell'ex colonia britannica.
Vittime della nuova legge sulla sicurezza nazionale
Le condanne seguono l'imposizione di Pechino su Hong Kong della nuova legge sulla sicurezza nazionale per frenare le forti proteste pro democrazia dello scorso anno che dal 30 giugno ha conferito ai governi locale e centrale poteri per perseguire i dissidenti politici. Diversi attivisti sono fuggiti dalla città per trasferirsi all'estero e le organizzazioni politiche hanno chiuso i battenti a causa della stretta sulle libertà.
Un processo "del tutto ingiusto", ha affermato Chow Hang-tung, uno dei legali del gruppo noto come 'Save 12', lamentando che le famiglie e gli avvocati siano stati tenuti all'oscuro del processo, con un preavviso di pochi giorni, insufficiente a soddisfare le regole di quarantena per il Covid-19. "Secondo i media statali cinesi, gli imputati hanno persino elogiato il sistema giudiziario locale, il che è assurdo. Non possiamo neanche immaginare che tipo di trattamento abbiano ricevuto nel centro di detenzione", ha aggiunto Chow.
Stati Uniti e Ammesty International deplorano
Lunedì gli Usa, con una dura nota, avevano chiesto il rilascio immediato rilascio del gruppo, la cui unica colpa è di aver tentato una fuga "dalla tirannia. La Cina comunista non si fermerà davanti a nulla per impedire al suo popolo di cercare la libertà altrove", aveva spiegato l'ambasciata americana in una nota.
"Queste condanne emesse al termine di un processo iniquo mettono a nudo i pericoli cui deve far fronte chiunque si trovi sotto il sistema giudiziario cinese", ha detto Yamini Mishra, direttore regionale dell'Asia-Pacifico di Amnesty International. Di diverso parere il ministero degli Esteri di Pechino: "la legge deve essere rispettata e coloro che la violano saranno ritenuti responsabili", ha commentato in conferenza stampa il portavoce Wang Wenbin.