Estero

Il re di Svezia: sul Covid abbiamo fallito

Carlo XVI Gustavo liquida il ‘modello’ svedese. Polonia in lockdown tre settimane. Germania, record di 30mila casi.

Il re ha parlato
(Keystone)
17 dicembre 2020
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Roma – Il modello svedese nella battaglia al Covid ha "fallito". L'accusa arriva dalla più alta carica del Paese scandinavo, re Carlo, che ha bocciato la strategia del governo di puntare ad una sorta di immunità di gregge senza chiudere nulla. Unico caso in Europa, tornata a blindarsi sotto i duri colpi della seconda ondata della pandemia. Come la Germania, arrivata alla cifra record di 30mila contagi in un giorno, o la Polonia, pronta ad entrare in lockdown per tre settimane.

Il 2020 si chiuderà con numeri devastanti per l'Europa, la prima regione del mondo a superare il mezzo milione di morti, con oltre 23 milioni di contagi. E la storia della pandemia ha insegnato che il calo della curva è arrivato soltanto adottando rigide restrizioni alla mobilità e ai contatti.

‘Il popolo ha sofferto tremendamente’

La Svezia, al contrario, ha puntato sul senso di responsabilità dei cittadini. Oltre a non aver imposto il lockdown, il governo ha emesso soprattutto delle raccomandazioni e pochissime limitazioni. Negozi, scuole, bar e ristoranti non hanno mai chiuso. Tutto questo però ha portato a 350mila contagi e 7'800 vittime, un'enormità per un Paese di 10 milioni di abitanti. Mentre nei giorni scorsi le terapie intensive a Stoccolma sono arrivate quasi al collasso. E' stato un "anno terribile", ha sottolineato il 74enne re Carlo in un'intervista, mettendo il governo di fronte ai suoi errori: "Penso che abbiamo fallito, il popolo ha sofferto tremendamente". Anche il figlio del sovrano e sua moglie, il mese scorso, erano risultati positivi.

Numero record di contagi in Germania

Svezia a parte, strumenti come il lockdown, le zone rosse ed il coprifuoco sono stati ripristinati in quasi tutta Europa, di fronte ad una curva di nuovi contagi ancora troppo alta. In Germania sono stati oltre 30mila in un giorno, per la prima volta dalla comparsa del virus. Al culmine di una lunga progressione che ha convinto le autorità centrali, in accordo con le regioni, a ripristinare un blocco nazionale per tutte le feste natalizie.

Alla lista dei Paesi tornati al lockdown, dall'Olanda alla Slovacchia, si è aggiunta oggi anche la Polonia, che chiuderà per tre settimane del 28 dicembre al 17 gennaio: preoccupa il numero dei decessi, che oscillano tra i 400 e i 600 al giorno.

In Gran Bretagna il regime di semi-isolamento, con bar e ristoranti chiusi e contatti sociali ristretti, ormai riguarda quasi 38 milioni di persone. Il governo ha esteso l'area delle zone rosse, considerate ad alto rischio di trasmissione del virus, mentre l'Irlanda del Nord si avvia ad una chiusura totale di sei settimane. In tutto il Paese, nelle ultime 24 ore, i contagi sono balzati ad oltre 35mila.

Non ci resta che chiudere

Anche in diverse regioni spagnole, come Catalogna, Andalusia e Navarra, i contagi sono tornati a crescere e le autorità locali non hanno escluso ulteriori strette per scoraggiare gli spostamenti di Natale. In Italia e Francia (dove Macron è risultato positivo) l'allerta è massima. Chiudere adesso sembra l'unica arma, con buona pace degli svedesi. Perché le vaccinazioni nell'Ue inizieranno tra 10 giorni e ci vorranno mesi per mettere la popolazione in sicurezza.

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