Estero

Nel nord dell'Etiopia la crisi umanitaria si fa grave

27mila i rifugiati in Sudan a causa degli scontri tra le milizie del Tigray e il governo di Addis Abeba. A rischio c'è tutto il Corno d'Africa

(Keystone)
17 novembre 2020
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Una crisi umanitaria su vasta scala si sta sviluppando al confine tra Etiopia e Sudan, con migliaia di rifugiati in fuga dai combattimenti in corso nella regione del Tigray. Dal 10 novembre scorso donne, uomini e bambini hanno attraversato il confine al ritmo di 4mila al giorno, “un afflusso mai visto negli ultimi due decenni in questa parte del Paese”, ha affermato un portavoce dell‘Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) "Più di 27mila persone sono giunte in Sudan attraverso il confine”.

La fuga è dallo scontro tra il governo di Addis Abeba e il Fronte di liberazione del Tigray, la cui organizzazione tribale si è vista espulsa dalla coalizione di governo con l’ascesa due anni fa del primo ministro Abiy Ahmed. Nella regione del nord confinante con Sudan ed Eritrea sono nati così scontri sempre più feroci, specie quando le elezioni nazionali sono state sospese per via della pandemia da coronavirus e il Fronte ha comunque organizzato una consultazione regionale. La situazione è presto degenerata: “Ci sono state segnalazioni di attacchi missilistici nella regione di Amhara, così come in Eritrea. Oltre a un attacco aereo nelle vicinanze di Mekelle, la città principale nella regione del Tigray”, ha detto il portavoce dell'Onu Stéphane Dujarric. E con l’Eritrea già coinvolta nelle schermaglie col Fronte, il rischio è che ora il conflitto si allarghi al resto del Corno d’Africa e al fragilissimo Sudan, oltre che a quella Somalia che potrebbe presto essere lasciata sola dagli Usa a fronteggiare i tagliagole di Al-Shabaab (vedi sopra).

Dujarric ha aggiunto: “Siamo ugualmente allarmati dalla crescente insicurezza nella provincia occidentale e meridionale dell'Oromia, così come nella regione orientale di Benishangul Gumuz”. “La protezione dei civili e l'adesione al diritto internazionale umanitario devono essere applicate come priorità da tutte le parti", ha concluso, chiedendo “l'accesso umanitario e la ripresa delle telecomunicazioni e delle forniture di base, compresi cibo, medicine e carburante nella regione del Tigray”

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