Estero

Joe Biden presenta le sue ricette per rilanciare l'economia

Dieci milioni di nuovi posti di lavoro, un fisco più equo, lotta alle diseguaglianze economiche. Trump pensa alla Cina e a una nuova tivù

16 novembre 2020
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Dieci milioni di nuovi posti di lavoro, un fisco più equo, lotta alle diseguaglianze economiche, eliminando il più possibile le discriminazioni di genere e razziali. Joe Biden tira dritto per la sua strada e, nonostante Donald Trump continui a non concedergli la vittoria ostacolando la transizione da un’amministrazione all’altra, presenta la sua Bidenomics: un piano di lungo termine per il rilancio dell'economia americana devastata da un’emergenza sanitaria senza precedenti. Una strategia che punta a spazzare via ogni traccia del trumpismo e a forgiare una nuova idea di sviluppo fondata anche su un principio di giustizia sociale.

Il presidente eletto, parlando dalla sua Wilmington insieme alla vice Kamala Harris, traccia dunque l'agenda post-Covid, quella che seguirà i primi 100 giorni alla Casa Bianca dedicati quasi esclusivamente a fronteggiare la pandemia con un piano nazionale che prevede anche aiuti alle imprese e alle famiglie più colpite. Poi scatterà l'ambizioso progetto che, come più volte ripetuto in campagna elettorale, prevede una spesa di oltre 7mila miliardi di dollari in 10 anni: risorse per ammodernare il Paese e riportare sul mercato del lavoro gli americani tagliati fuori dall’emergenza virus.

Premesso che senza contenere la pandemia non si va da nessuna parte, per Biden gli investimenti saranno innanzitutto rivolti al capitolo grandi opere, con l'intervento sulle infrastrutture più obsolete: strade, ponti, ferrovie, quei cantieri in grado di rimettere in moto l'economia tradizionale. Ma a questo nella Biden Economy si aggiunge uno sforzo sul fronte dell'energia pulita e delle fonti rinnovabili, con massicci investimenti sulle nuove tecnologie e dunque in ricerca e sviluppo. C’è poi, anche sotto la spinta dell’ala sinistra del partito democratico, l’obiettivo di un’economia più giusta, che passa anche per una nuova riforma fiscale. Biden punterebbe a un aumento delle tasse per chi guadagna più di 400mila dollari l'anno. Tra le misure sul fronte della lotta alle diseguaglianze sociali nell’agenda Biden-Harris ci sono poi quelle per attenuare il peso delle rette universitarie, o gli aiuti per chi compra o affitta casa. Nel mirino soprattutto le differenze di genere, ma anche quelle che penalizzano le minoranze degli afroamericani e degli ispanici, comunità spesso ai margini della società.

Certo, la realizzazione di un piano così ambizioso dipenderà in gran parte da come andrà a finire la partita del Senato, con i due ballottaggi in Georgia che diranno se i democratici riusciranno nell'impresa di strappare ai repubblicani la maggioranza. Anche se il neopresidente potrà agire a colpi di decreti su una serie di questioni come quelle legate alle politiche commerciali. Qui l'obiettivo di Biden è soprattutto quello di ricreare un clima di fiducia con l'Europa e gli alleati, ma anche di ripartire con una strategia ferma ma meno conflittuale nei confronti della Cina.

Trump intanto medita un nuovo giro di vite proprio contro Pechino, con sanzioni e restrizioni tese a rendere più difficile, se non a sabotare, il cambio di approccio dell'amministrazione Biden. La nuova stretta sarebbe motivata ancora una volta con ragioni legate alla sicurezza nazionale e con la necessità di punire le autorità cinesi per la violazione dei diritti umani a Hong Kong e contro la minoranza degli uighuri nella regione dello Xinjang. Intanto sarebbe pronto a un ulteriore ritiro delle truppe da Afghanistan e Iraq prima di lasciare la Casa Bianca.

Intanto il presidente uscente – ormai scaricato anche dalla ‘sua‘ Fox – starebbe trattando con l'emittente via cavo Newsmax per lavorare a una sua tv. Sarebbe questo uno dei tanti futuri per i quali si sta preparando: costruire un impero mediatico che faccia mangiare la polvere a Rupert Murdoch, attaccando da destra il suo gioiello della corona con l’aiuto di un universo alternativo di piattaforme social che facciano concorrenza a Twitter e Facebook. L'impresa è complessa sia nelle strategie che nei capitali, ma investitori dalle tasche profonde sarebbero entrati in campo per dargli una mano: finanziando i social alternativi cari all'ultradestra come Parler, ma anche investendo in Newsmax, secondo il ‘Wall Street Journal’. Si tratta, ma il progetto non è ancora andato in porto: “Non siamo in vendita e non diventeremo mai la Trump Tv”, ha detto il Ceo Christopher Ruddy a ‘Variety’. "Ma siamo aperti: Trump sarà una forza politica e mediatica nel dopo Casa Bianca. Vorremmo dargli uno show". 

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