Australia

Coronavirus, lo Stato di Victoria da 16 giorni senza casi

In Australia, il virus comincia a fare meno paura e, pur con cautela, si guarda ai primi cenni di ritorno alla normalità

Giorno della Memoria, a Melbourne (keystone)
15 novembre 2020
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Speranze, sorrisi e perfino festeggiamenti. Dall'altro capo del mondo, in Australia, il virus comincia a fare meno paura e, pur con cautela, si guarda ai primi cenni di ritorno alla normalità. Così nello Stato di Victoria, che era ripiombato nel lockdown lo scorso luglio con chiusure significative (a Melbourne, seconda città del Paese, per un mese intero), ad oggi si registrano 16 giorni consecutivi senza nuovi contagi e decessi. Questo mentre il premier Daniel Andrews lascia intendere di essere pronto ad allentare alcune delle misure ancora in vigore, sull'utilizzo delle mascherine nello specifico, si legge sul Sydney Morning Herald.

Non è sfuggito invece al Guardian che la premier del Queensland, Annastacia Palaszczuk, nel suo ultimo consueto briefing sul covid-19, venerdì, sembrava proprio sorridere mentre annuncia che per un attesissimo derby di rugby la prossima settimana lo stadio di Brisbane tornerà a riempirsi di tifosi. Del resto nell'intero e vastissimo paese già lo scorso venerdì si contavano cinque giorni consecutivi senza nuovi casi.

E città dopo città, Stato dopo Stato, nelle ultime settimane l'entusiasmo era montato al punto da coniare una specifica definizione per indicare un giorno senza contagi: il 'doughnut day'. Lo scorso 26 ottobre il premier dello Stato di Victoria aveva postato sui social una sua foto esibendo ben in vista una doughnut glassata proprio per marcare le prime 24 ore da giugno in cui non emergevano nuovi contagi.

L'approccio da 'tolleranza zero' tra lockdown prolungati, obbligo di mascherine e chiusure a vasto raggio sembra aver dato i suoi frutti. C'è chi invita però a non azzardare troppi paragoni fra l'Australia e altre nazioni, fra cui le differenze sono infatti numerose, sul piano geografico, climatico politico, culturale e anche rispetto ai tempi della pandemia.

Per esempio il numero di voli internazionali che arrivano in Australia non si può paragonarsi a quello di Usa o Europa, sottolinea Peter Doherty, premio Nobel per la medicina nel 1996, citato dal Financial Times. E poi test a tappeto e tracciamento, considerato binomio imprescindibile.

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