Stati Uniti

A Trump ora pare interessare solo il contrattacco

Il Dipartimento di Stato non consegna i messaggi di auguri a Biden, mentre il mancato accesso all'intelligence crea dubbi sulla sicurezza nazionale

Durante la cerimonia in occasione del 'Veteran Day' (Keystone)
12 novembre 2020
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Donald Trump sta facendo di tutto per non dare nemmeno la minima impressione di concedere la vittoria al presidente eletto Joe Biden. Chiuso nella Casa Bianca dall'Election Day, con l'unica eccezione, ieri, per recarsi al monumento del milite ignoto in occasione del 'Veteran Day', il presidente uscente – come riportano alcune testate americane – sembra non avere nessun interesse per il governo del Paese e per l'emergenza coronavirus che infuria negli 'States', concentrato com'è sul tentare di ribaltare l'esito elettorale. Un'impresa fondamentalmente proibitiva (visti i distacchi), condita da accuse di frodi elettorali su larga scala di cui però nessun ufficiale di nessuno Stato ha traccia. Compresi quelli repubblicani.

Nelle scorse ore se l'è presa anche con il North Carolina, formalmente ancora in bilico, ma dove il presidente uscente mantiene una solida maggioranza di voti. "Perché ci mette tanto? – si è chiesto su Twitter –. Stanno cercando altre schede per sistemare anche questa (elezione, ndr)? Ora con il riconteggio vinceremo pure la Georgia". 

I fedelissimi messi in fretta e furia a capo del militare

Intanto suscitano non poche preoccupazioni le mosse intraprese nelle ultime ore da Trump. Come quella di decapitare il Pentagono, silurando il ministro Mark Esper e almeno altri tre dirigenti, assicurandosi dei fedelissimi a capo delle forze armate. Il Dipartimento di Stato, poi, ha accuratamente evitato di trasmettere a Biden le congratulazioni giunte dai leader mondiali, certificando così la prassi di tutta l'amministrazione Trump di non voler, nemmeno precauzionalmente, avviare il processo di transizione. Inutile dire che a Biden non è stato dato accesso a nessun tipo di informazione riservata, uno dei primi diritti di un candidato dopo aver vinto le elezioni. Un diritto che vuole salvaguardare la sicurezza nazionale, facendo in modo di evitare che l'inquilino della Casa Bianca entri in carica senza sapere nulla dei pericoli incombenti. 

Un rischio per la sicurezza del Paese che non sembra preoccupare lo staff della Casa Bianca, ma che comincia a sollevare qualche dubbio anche in casa repubblicana. Tanto che il senatore dell'Oklahoma James Lankford ha annunciato di essere pronto a intervenire se entro la fine della settimana l'amministrazione Trump non darà a Biden accesso al briefing quotidiano dell'intelligence. "È necessario, in modo tale che, a prescindere dall'esito delle elezioni, chi vince sia pronto per questo compito", ha spiegato Lankford, che siede nella commissione di vigilanza. 

Interrogata su questo punto da 'Fox and friends', la consigliera di Trump Keyleigh McEnany ha ribattuto dicendo che la domanda andrebbe rivolta alla Casa Bianca. Ovvero a sé stessa, nella veste di 'press secretary', ruolo che però ha accuratamente evitato di indossare durante la diretta onde evitare la risposta. La problematicità del suo doppio mandato nella campagna elettorale – peraltro proibito dalla legge statunitense – era stato criticato da più parti. 

Raffica di decreti

Stando a Politico, l'amministrazione nel mentre ha comunque preparato una raffica di provvedimenti su immigrazione, commercio, sanità, Cina e scuola da far firmare al presidente prima di lasciare l'incarico, il 20 gennaio. Una mossa che – invero – è stata in passato utilizzata da presidenti di entrambi gli schieramenti durante il periodo di transizione – quando cioè sono formalmente ancora in carica, ma hanno già un piede fuori dalla porta – per portare a compimento alcuni progetti politici e mettere in qualche modo in difficoltà il successore. Sembra che lunedì il capo dello staff Mark Meadow abbia quindi chiesto ai consiglieri di individuare una serie di obiettivi raggiungibili entro l'insediamento di Joe Biden. Per ora la lista comprenderebbe 15 punti. Tra questi, la stretta sui visti H-1B, l'assegnazione di fondi Covid ai genitori di alunni le cui scuole sono state chiuse per la pandemia e possibili azioni contro Pechino.

 

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