Estero

Trump graffia ma Biden resiste

Nella notte si è svolto l'ultimo duello in tv prima delle presidenziali americane. Nessuna lite caotica ma sulla pandemia sono scintille

Ap
23 ottobre 2020
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L'ultimo duello tv tra il presidente statunitense Donald Trump e il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden si è chiuso senza particolari scossoni: Trump ha ascoltato i suoi consiglieri e si è mostrato più distaccato e meno guastatore.

Ma alla fine del dibattito, a 12 giorni dalle elezioni, non sembra aver assestato colpi letali in grado di cambiare la traiettoria di una gara che vede il suo rivale avanti in tutti i sondaggi. Anche perché l'ex vicepresidente, con il sorriso e la serenità di chi sente già in tasca la vittoria, ha retto agli assalti, ha contrattaccato efficacemente e soprattutto non ha commesso una delle sue frequenti gaffe.

Iniziato alle 3.00 di notte - ora svizzera - sul palco della Belmont University di Nashville, Tennessee, i due candidati alla Casa Bianca si sono scontrati su tutto ma almeno il confronto non è degenerato in una caotica rissa come il primo. Merito anche del microfono spento a turno per lasciare a entrambi due minuti ininterrotti all'inizio di ogni tema e della conduzione puntuale di Kristen Welker, l'anchor afroamericana della Nbc che Trump aveva attaccato come faziosa prima del duello.

Scintille sulla pandemia

Le prime scintille sono state sulla pandemia. Trump ha tentato di difendere il proprio operato, ha scaricato tutte le colpe sulla Cina, ha promesso l'arrivo di un vaccino nelle prossime settimane e ha rilanciato la necessità di aprire il Paese perché "non si può stare in cantina come fa Joe". "New York è una città fantasma che sta morendo", ha accusato. Ma l'avversario gli ha rinfacciato il tragico bollettino da primato del coronavirus negli Usa, le sue bugie, la sua mancanza di un piano: "chiunque sia responsabile di così tanti decessi non può essere presidente degli Stati Uniti", ha sentenziato. Tuttavia, a un certo punto Biden ha guardato l'orologio: un errore commesso da George H.W Bush nel 1992 durante il dibattito con Bill Clinton, considerato un gesto d'impazienza e difficoltà.

Corruzione

Trump ha quindi giocato quello che pensava fosse il suo asso nella manica, la sorpresa di ottobre, accusando di corruzione il figlio di Biden, Hunter, per le sue attività in Ucraina e in Cina quando il padre era vicepresidente. E lo ha fatto evocando un personaggio spuntato in queste ore, Tony Bobulinski, che ha confermato di essere stato nel giro di email sugli affari cinesi di Hunter.

Bobulinski, il testimone del presunto scandalo, è intervenuto a sorpresa in diretta tv da Nashville davanti alla stampa a meno di due ore dall'ultimo dibattito. "Biden ha detto il falso", ha affermato l'uomo ricostruendo i suoi rapporti con l'ex vicepresidente e il figlio.

Invitato da Trump per la serata del dibattito, afferma di essere l'ex socio in affari di Hunter Biden. La mossa del presidente ricorda quella di quattro anni fa quando prima di uno dei duelli tv con Hillary Clinton invitò alcune accusatrici che affermavano di essere state molestate sessualmente dell'ex presidente Bill Clinton.

Bobilnski ha ribadito la storia tirata fuori dal New York Post sul materiale fornito da Rudolph Giuliani, l'avvocato personale di Trump. Dunque di come Hunter Biden aiutò il padre ad entrare in contatto con i vertici di Burisma, la società energetica ucraina per cui lavorava. Contatti precedenti al presunto sforzo dell'allora vicepresidente Usa di convincere le autorità di Kiev a fermare le indagini per corruzione proprio su Burisma.

Biden ha liquidato la storia come "spazzatura" e ha ribadito che in Ucraina non c'è stato nulla di poco etico e che in Cina il figlio non ha guadagnato nulla, prima di contrattaccare: "la persona che ha avuto problemi in Ucraina è lui, per aver tentato di corrompere il governo ucraino perché dicesse qualcosa di negativo su di me", ha risposto, riferendosi all'impeachment. "E l'unico che ha fatto soldi con la Cina è questo tizio, ha aggiunto Biden indicando il rivale.

Razzismo e immigrati

Trump ha rilanciato accusando i Biden di aver preso 3,5 milioni di dollari dalla Russia. Ma Biden si è difeso: "Non ho mai preso un penny da un'entità straniera", ha assicurato, rinfacciando al presidente di avere un conto segreto in Cina, di non pagare le tasse e di non rendere note le dichiarazioni dei redditi.

I duellanti sono apparsi agli antipodi anche sulle questioni razziali: "sei uno dei presidenti più razzisti della storia moderna" ha accusato Biden, dopo che Trump si era vantato di essere "la persona meno razzista in questa sala" e di aver fatto per gli afro-americani "più di qualsiasi altro presidente da Abramo Lincoln".

Lo scontro è proseguito sulla separazione dei figli degli immigrati al confine col Messico: "una politica criminale" per Biden, ma Trump gli ha contestato che "le gabbie usate per tenere i clandestini furono costruite da voi nel 2014". E su questo Biden ha preso le distanze da Obama, di cui invece ha difeso la riforma sanitaria, ribattezzandola 'Bidencare' per il suo tentativo di allargarla con un'opzione pubblica.

Il candidato democratico ha promesso anche un percorso per la cittadinanza dei Dreamer, gli immigrati entrati negli Usa al seguito di genitori clandestini. "Io corro per la presidenza a causa tua, a causa della presidenza Obama", ha poi attaccato Trump. "Corro per il vostro pessimo lavoro durante due mandati alla Casa Bianca. Se aveste fatto un buon lavoro non mi sarei mai candidato", ha aggiunto.

Infine la sicurezza nazionale. Biden ha promesso che, se dovesse venire eletto, Russia, Cina e Iran "pagheranno un prezzo" per le loro interferenze nelle elezioni mentre Trump non ha espresso alcuna condanna. Il presidente ha vantato inoltre di aver instaurato buone relazioni con Kim, ma Biden ha paragonato il suo approccio all'acquiescenza con Hitler prima della seconda guerra mondiale.

Usa 2020: 47 milioni hanno già votato

Oltre 47 milioni di americani hanno già votato per le elezioni presidenziali del 3 novembre, di cui oltre 23 milioni negli stati chiave, quelli in bilico tra repubblicani e democratici. Si tratta di un record assoluto.

Quando mancano ancora 11 giorni dall'Election Day è stato superato il numero complessivo delle preferenze espresse col voto anticipato nel 2016. Questo anche per effetto della pandemia che ha favorito il ricorso soprattutto al voto per posta.

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