Estero

Le sindache sfidano il governo francese sul virus

Accolte con rabbia le nuove restrizioni contro la ripesa del contagio

24 settembre 2020
|

Rivolta delle sindache contro la stretta del governo francese per fronteggiare la recrudescenza del coronavirus che prevede, tra l'altro, la chiusura completa di bar e ristoranti nell'area tra Marsiglia e Aix-en-Provence e chiusura anticipata alle 22 per Parigi. "Chiudi il becco Véran!": dopo la sindaca di Marsiglia, Michèle Rubirola, anche quella di Aix, Maryse Joissains, si è scagliata contro il ministro della Salute 'reo' di aver annunciato ieri sera il contestato giro di vite anti-Covid. Irritata anche la prima cittadina di Parigi, Anne Hidalgo. In tv, la prima cittadina socialista ha bocciato le "misure molto restrittive" annunciate ieri e decise "purtroppo, senza concertazione". Quindi l'amarezza di essere stata avvertita solo "un'ora prima" e l'incomprensione per la chiusura delle palestre. "Mi chiedo in cosa il fatto di non praticare più sport ci possa aiutare...".

Scintille anche a Marsiglia. Parlando in conferenza stampa, il vicesindaco Benoit Payan ha denunciato questa mattina un "affronto" da parte dell'amministrazione Macron e ha chiesto una proroga di dieci giorni prima di mettere in esecuzione le misure restrittive. Ma in un Paese che sta registrando oltre 13.000 casi in 24 ore il governo risponde picche. "A un certo punto, quando si tratta di proteggere la vita delle persone - ha avvertito Véran intervenendo in Senato - deve prevalere il principio della responsabilità". "Secondo gli indicatori, siamo in una situazione in cui non possiamo permetterci di aspettare 10 giorni di più", ha puntualizzato l'esecutivo citato da Bfm-Tv. Una posizione che il premier Jean Castex ha difeso questa sera nel suo primo dibattito tv da quando si è insediato a Matignon.

Intervistata dal quotidiano La Provence, la sindaca di Aix - nota per il suo carattere vulcanico - aveva detto di nutrire una "collera mostruosa" ed equiparato la chiusura di bar e ristoranti nella zona ad una "catastrofe". L'area tra Aix e Marsiglia è in "allerta massima", con un tasso di incidenza del virus superiore a 250 casi di Covid-19 per 100.000 abitanti. "Abbiamo cinque malati in rianimazione e dieci persone ricoverate in tutta la città", si difende però la prima cittadina, secondo cui l'esecutivo di Parigi si spinge troppo lontano, instaurando un "clima ansiogeno". "La gente non vorrà più mandare i figli a scuola, i negozianti falliranno", attacca Joissains, aggiungendo: "Qui bisognerebbe calmare la popolazione e loro fanno tutto il contrario. Qui si esagera, io dico: chiudi il becco Véran! L'alta amministrazione sta diventando pazza".

"Stupore" e "sorpresa" per gli annunci dell'esecutivo erano stati espressi anche dalla sindaca di Marsiglia, Michèle Rubirola, secondo cui nella "situazione sanitaria attuale nulla giustifica questa decisione", mentre il presidente della regione Provence-Alpes-Cote d'Azur (Paca), Renaud Muselier, si indigna per quella che ritiene una "punizione collettiva" e domani presenterà un esposto contro la chiusura di bar e ristoranti. "Molto, molto arrabbiato" anche il principale sindacato dei ristoratori di Aix e Marsiglia. "Abbiamo quasi l'impressione che Parigi consideri Marsiglia come un pesce piccolo che non c'è nemmeno bisogno di avvertire", deplora il n.1 dell'Umih, Bernard Marty.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE