Estero

Social, Trump blocca TikTok e WeChat

Da domenica dovrebbero essere proibiti download e pagamenti sul territorio Usa. L'ennesima battaglia nella guerra commerciale tra Washington e Pechino

(Keystone)
19 settembre 2020
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Donald Trump blocca TikTok e Wechat, in una mossa senza precedenti che inasprisce i rapporti con Pechino e che infligge un duro colpo alle due app cinesi che hanno più di 100 milioni di utenti negli Stati Uniti. Da domenica 20 settembre non potranno essere più scaricate dagli app store: chi già le ha sul suo smartphone potrà mantenerle, ma non riceverà gli aggiornamenti.

Trattative con Oracle

Per WeChat saranno vietati da subito i trasferimenti di fondi e i pagamenti negli Stati Uniti. Per TikTok saranno vietati i download, ma le restrizioni più forti - uguali a quelle subito in vigore per WeChat - scatteranno il 12 novembre. Una data che tiene in considerazione le trattative in corso con Oracle che, finora, non hanno portato risultati concreti. "Deciderò abbastanza velocemente" su TikTok, assicura Trump mettendo in evidenza che ci sono delle "opzioni" e che "non sarà fatto nulla che possa mettere a rischio la sicurezza nazionale". La proposta iniziale di ByteDance – sviluppatrice cinese di TikTok – e Oracle, secondo indiscrezioni, non ha soddisfatto i criteri della Casa Bianca, preoccupata per la sicurezza nazionale e i dati personali degli americani. L'intervento del Tesoro statunitense, che spinge per un'intesa, ha portato a una revisione dell'accordo che vede Oracle partnership tecnologico, e che include anche Walmart, in una TikTok con sede negli Stati Uniti e che potrebbe sbarcare in Borsa nel corso di un anno. Ma anche questa versione dell'accordo non convincerebbe tutti all'interno dell'amministrazione e soprattutto non convincerebbe in pieno Trump, a cui spetta l'ultima parola.

Trump vuole americanizzarle

Il presidente preme infatti affinché dall'intesa fra ByteDance e Oracle nasca una società controllata per la maggioranza da investitori americani, e non solo al 20% come inizialmente ipotizzato. Le trattative proseguono con una raffica d'incontri per cercare un'intesa nel più breve arco di tempo possibile, prima del 20 settembre scadenza per l'entrata in vigore del divieto di Trump. Ma anche dopo un eventuale via libera della Casa Bianca la strada non è in discesa: sull'intesa deve pronunciarsi anche la Cina e, secondo gli osservatori, non è escluso che Pechino sfrutti l'occasione per 'vendicarsi' contro Trump per il fatto di continuare a chiamare il coronavirus il 'virus cinese'.

Guerra social

Il blocco delle app "conferma ancora una volta che il presidente farà tutto quanto in suo potere per garantire la sicurezza nazionale e proteggere gli americani dalle minacce del Partito Comunista Cinese", afferma Wilbur Ross, il segretario al Commercio, mettendo in evidenza come lo stop punti a "combattere la maligna raccolta di dati personali degli americani da parte della Cina", che ha usato le app per "minacciare la sicurezza nazionale, la politica estera e l'economia americana".

TikTok si dice in "disaccordo e delusa" dalla decisione americana e invita la rivale Facebook a sostenerla contro lo stop di Trump. "E' il momento di mettere da parte la concorrenza e concentrarsi sui principi essenziali quali la libertà di espressione", twitta Vanessa Pappas, l'amministratrice delegata ad interim di TikTok. Tencent, a cui fa capo WeChat, definisce le restrizioni "spiacevoli" e si impegna a continuare il dialogo con le autorità americane per raggiungere una soluzione di lungo termine.

Le due popolari app sono finite 'vittima' della guerra commerciale e tecnologica fra Washington e Pechino, complicata ora dalla campagna elettorale americana che impone a Trump di fare il pungo duro e rivendicare la politica dell'America First. Questo perché, per il presidente, "se vince Joe Biden, vince la Cina".

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