Estero

Venezuela, Maduro rilascia 110 prigionieri politici

La mossa vorrebbe essere un gesto di riconciliazione 'affinché le questioni politiche siano risolte per via democratica'

Maduro (Keystone)
1 settembre 2020
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Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha concesso un indulto a 110 "prigionieri politici". Una decisione presa per "approfondire il processo di riconciliazione" nella crisi politica del Paesein vista delle elezioni legislative in programma il 6 dicembre. Tra i detenuto liberati figurano stretti collaboratori del leader dell'opposizione Juan Guaidò: il suo capo di gabinetto Roberto Marrero e i parlamentari Gilber Caro e Renzo Prieto. L'annuncio è stato accolto dall'alto rappresentante Ue Josep Borrell come una "buona notizia" per il Paese, e dall'alto commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet come un "passo significativo" per "l'apertura dello spazio democratico".

Annunciando il provvedimento, il ministro della Comunicazione, Jorge Rodríguez ha sottolineato che "l'intenzione del governo bolivariano è approfondire il processo di riconciliazione nazionale in uno spirito di unione e affinché le questioni politiche siano risolte per via pacifica e democratica in modo che un sentimento nazionalista di tutti si imponga per il processo elettorale in cui ci troviamo" in vista delle elezioni di dicembre, alle quali almeno 27 partiti di opposizione - tra cui il gruppo del "G4" fedele a Guaidò, formato da Accion Democratica, Un Nuevo Tiempo, Primero Justicia e Voluntad Popular - hanno annunciato all'inizio di agosto che non parteciperanno, giudicandole una "frode".

Il decreto presidenziale concede un indulto, "estinguendo in questo modo l'azione penale che pesava su ognuno dei beneficiati dal provvedimento". Né il leader oppositore Leopoldo Lopez, che si trova nell'ambasciata spagnola a Caracas in qualità di ospite, né l'ex candidato alla presidenza Henrique Capriles, inabilitato a esercitare cariche pubbliche, compaiono nella lunga lista delle persone destinatarie del provvedimento. L'indulto presidenziale è giunto dopo che domenica Nicolas Maduro aveva preannunciato una settimana "molto movimentata, per il dialogo, la riconciliazione e il rincontro per la pace e la democrazia e per garanzie per la vita politica del Paese", sottolineando di voler "appoggiare tutte le misure che possono portare a rincontrarci". In risposta, Guaidò aveva lanciato un appello all'opposizione, promuovendo la costruzione di un "patto di Unità", appello che ha ribadito oggi giudicando gli indulti "una merce di scambio" per "legittimare una farsa", sottolineando che "il rilascio di ostaggi non è una condizione minima per la competitività elettorale".

Secondo alcune analisi riportate dai media locali, gli indulti concessi da Maduro potrebbero essere parte di una strategia del governo di Caracas volta a negoziare una possibile partecipazione di Henrique Capriles come leader dell'opposizione alle elezioni del 6 dicembre, per poter legittimare la tornata elettorale e isolare l'opposizione guidata da Guaidò. Di questa strategia, sarebbe parte anche la concessione venerdì scorso degli arresti domiciliari al deputato Juan Requesens, dopo oltre due anni di carcere per l'accusa di aver partecipato a un attentato contro Maduro. Capriles, che ha espresso "gioia" per gli indulti concessi lunedì, oggi ha ritwittato il messaggio dell'alto rappresentante Ue Borrell, che parla degli indulti come "condizione sine qua non per continuare a progredire nell'organizzazione di elezioni libere, inclusive e trasparenti". 

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