Estero

Schiaffo dell’Ue a Lukashenko, che annuncia tolleranza zero

I leader europei non riconoscono il risultato delle elezioni in Bielorussia e paventano sanzioni. Il presidente li accusa di finanziare le manifestazioni di piazza.

Michel
(Keystone)
19 agosto 2020
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Bruxelles – È scontro aperto tra l'Ue e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko sulla sua rielezione mentre sale a tre il numero delle vittime della repressione delle poteste di piazza che proseguono da giorni a Minsk e non si vedono all'orizzonte soluzioni alla grave crisi in atto nel Paese.

Il summit straordinario dei leader europei ha deciso oggi di dare pieno appoggio ai manifestanti che contestano la regolarità della rielezione dell'uomo forte di Minsk il 9 agosto scorso dichiarando che i risultati della consultazione, giudicata dall'Ue "né libera né corretta", sono stati "falsificati". Al più presto, secondo quanto messo nero su bianco nelle conclusioni del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, saranno quindi varate "sanzioni mirate" contro un nutrito gruppo di persone ritenute responsabili della manipolazione dei voti e delle violenze "inaccettabili" compiute contro chi è sceso pacificamente in piazza per protestare.

Anche i presidenti della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dell'Europarlamento, David Sassoli, hanno tenuto ad esprimere tutta la loro solidarietà ai cittadini bielorussi sottolineando il diritto all'autodeterminazione di questo popolo e la disponibilità dell'Ue ad accompagnare una transizione pacifica verso la democrazia.

Lanciando inoltre ripetuti appelli ad evitare "interferenze esterne", in primis l'appoggio che potrebbe arrivare dalla Russia a Lukashenko, ininterrottamente al potere dall'ormai lontano 1994. "Oggi abbiamo lanciato un messaggio molto chiaro", ha detto Michel. "Il futuro del Paese non lo decidono Bruxelles o Mosca, ma le scelte che devono poter fare i cittadini bielorussi".

Non c'è bisogno al momento di "sostegno russo" alla Bielorussia, ha intanto assicurato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Mentre il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha evidenziato che le dichiarazioni provenienti dai Paesi Ue ex comunisti e dal Parlamento europeo hanno una connotazione essenzialmente geopolitica.

Dal canto suo, il leader bielorusso ha attaccato i Paesi occidentali accusandoli di finanziare le manifestazioni di piazza e i disordini nel Paese e invitandoli a pensare ai fatti di casa propria. "I Paesi occidentali, direttamente, senza nasconderlo, annunciano apertamente la raccolta di fondi e il loro indirizzamento verso la Bielorussia, lo vediamo", ha denunciato durante la riunione del Consiglio di sicurezza.

Lukashenko ha anche avvertito che non intende tollerare più incidenti e manifestazioni di protesta. Questo mentre la leader dell'opposizione, la 37enne Svetlana Tichanovskaya, ha diffuso un video in inglese in cui si appella ai leader dell'Unione europea perché sostengano il popolo e "il risveglio della Bielorussia".

Ma al momento l'evoluzione della situazione nel Paese appare ancora estremamente confusa. Le manifestazioni pacifiche contro il leader-dittatore proseguono e nelle ultime ore è stato lanciato un appello alla convocazione di uno sciopero generale che potrebbe far crescere ulteriormente la tensione. Lukashenko resta intanto fermo sulle sue posizioni e anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, ormai considerata dai più la "grande mediatrice" d'Europa, non è riuscita a riannodare i fili del dialogo.

"Per mediare serve la disponibilità delle due parti", ha detto Merkel spiegando che Lukashenko purtroppo ha rifiutato il colloquio con lei.

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