Estero

Nuovo scontro al confine israelo-siriano

Resta alta la tensione, secondo attacco lungo la frontiera nel giro di pochi giorni

3 agosto 2020
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Resta altissima la tensione al confine con la Siria, con il secondo attacco in pochi giorni contro Israele: domenica notte l'esercito israeliano ha sventato il tentativo di una squadra di quattro miliziani che tentavano di porre ordigni esplosivi nei pressi della barriera di protezione lungo la linea Alpha che si trova in territorio ebraico, al confine sul Golan. Intercettata a ridosso della frontiera già nelle ore precedenti dagli apparati di sorveglianza dell'intelligence, la squadra - come mostra un video diffuso dall'esercito - alla fine si è avvicinata sino ad arrivare a ridosso dalla barriera per portare a termine l'azione. Contro i quattro sono allora intervenuti aprendo il fuoco sia le forze speciali dell'unità 'Maglan' sia velivoli non specificati.

In un primo momento l'esercito non ha confermato la morte dei quattro miliziani sostenuta invece dai media, ma nel pomeriggio un portavoce militare ha confermato la notizia. Per quanto riguarda la provenienza della squadra - finora non c'e' stata alcuna reazione in Siria o in Libano - il portavoce militare è stato più sfumato."Non si può confermare al momento di quale esercito o organizzazione terroristica la squadra facesse parte - ha detto Hidai Zilberman - ma sulla vicenda si sta indagando. Credo che nei prossimi giorni si saprà meglio di quale organizzazione fossero". Tuttavia l'attenzione, secondo i media, è rivolta in particolare ad una cellula di un'organizzazione locale, che rivendica la liberazione del Golan da Israele, vicina agli Hezbollah libanesi a loro volta prossimi agli iraniani. Quello che è certo è che l'esercito ha subito addossato la responsabilità al regime siriano sottolineando di ritenerlo "responsabile per tutti gli eventi che generano dal suo territorio e che non tollererà alcuna violazione della sovranità israeliana". Il Comando del Nord di Tzahal ha ribadito che "mantiene una elevata reattività per ogni scenario" lasciando dunque lo stato di allerta.

L'episodio è il secondo del genere in una settimana: lo scorso 27 luglio fu sventato un altro attacco, questa volta di un commando di Hezbollah, che cercò di entrare in territorio israeliano dal confine siro-libanese all'altezza delle Fattorie Sheba alle propaggini del Monte Hermon. Ma in quel caso l'esercito israeliano - da tempo in allarme per le azioni degli Hezbollah decisi a vendicare la morte di un loro miliziano ucciso in un attacco dello stato ebraico contro obiettivi in Siria - non aprì il fuoco. Il ministro della difesa Benny Gantz ha commentato l'intera questione denunciando che "solo un nemico pazzo può osare di saggiare la reattività israeliana di rispondere ad un attacco". La vicenda è stata preceduta da un razzo tirato da Gaza verso le comunità israeliane a ridosso della Striscia. Il proiettile è stato intercettato dall'Iron Dome, il sistema di difesa antimissili, ma i resti hanno danneggiato una auto a Sderot. L'esercito ha risposto centrando alcuni obiettivi di Hamas a Gaza: anche al sud l'allarme si rialza dopo un mese di relativa calma. 

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