Estero

Kim: con l'atomica non temiamo più nessuno

Il capo nordcoreano celebra la fine della guerra con il Sud vantando la potenzialità del deterrente nucleare

28 luglio 2020
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La Corea del Nord non avrà mai più guerre grazie al possesso di armi atomiche che ne assicurano la sicurezza e il futuro malgrado la continua pressione esterna e le minacce militari: l'ultimo affondo del leader Kim Jong-un è maturato nelle simboliche e solenni celebrazioni del 67º anniversario della fine della sanguinosa Guerra di Corea del 1950-53, con l'auto proclamazione di "potenza nucleare". Il Paese ha sviluppato le armi atomiche per avere la "forza assoluta" e per evitare un altro conflitto.

"Siamo diventati un Paese in grado di difenderci di fronte a ogni forma di pressione ad alta intensità e a minacce militari di forze imperialiste e ostili", ha assicurato il leader, nel resoconto dell'agenzia Kcna, parlando alla Conferenza nazionale dei veterani di lunedì. "La guerra è uno scontro militare: nessuno può sottovalutarci più. In caso contrario, dovrà pagare un caro prezzo". "Grazie al nostro affidabile ed efficace deterrente nucleare di autodifesa, non ci sarà più una parola come guerra su questa terra. La sicurezza nazionale e il futuro del nostro Paese saranno garantiti per sempre", ha aggiunto Kim, nel mezzo dello stallo negoziale con gli Usa sullo smantellamento dei piani nucleari e missilistici, mentre i rapporti con Seul sono tornati a essere estremamente tesi con la spettacolare demolizione di alcune settimane fa dell'Ufficio di collegamento intercoreano di Kaesong con la dinamite. Senza trascurare poi le pesanti accuse lanciate contro Seul per il ritorno in patria dal Sud di un disertore pentito, sospettato d'essere il primo caso di Covid-19 nel Paese.

Il leader, presiedendo una riunione d'urgenza del Politburo, ha disposto il lockdown della città di Kaesong. Kim e il presidente americano Donald Trump si sono visti per la prima volta a giugno del 2018 a Singapore, facendo sperare in una soluzione negoziale. Il loro secondo vertice, a febbraio del 2019 in Vietnam, e gli incontri successivi, incluso quello al confine intercoreano di Panmunjom, si sono risolti nel nulla. A dicembre 2019 Kim ha dichiarato la fine formale della moratoria volontaria sui test nucleari e missilistici e Pyongyang non avrà più colloqui senza un cambio delle politiche "ostili" Usa.

All'inizio di questo mese, Kim Yo-Jong, sorella e braccio destro del supremo comandante, ha definito "improbabile" un summit Corea del Nord-Usa entro fine anno: primo vicedirettore del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori la giovane Kim ha anche affermato che la Corea del Nord non può denuclearizzare poiché i suoi colloqui con Washington sono bloccati. Il sospetto che avanza tra gli osservatori è che Kim punti a un colpo a sorpresa di Trump, sotto pressione per la disastrosa gestione della pandemia del coronavirus e staccato nei sondaggi dal rivale democratico Joe Biden, per rilanciare le sue chance di rielezione alle presidenziali di novembre.

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