Estero

Così l'Ue si prepara alla seconda temuta ondata del Covid

Preoccupano Catalogna e Balcani. L'Ue raccomanda 'stress test' per simulare focolai, vedere se i sistemi sanitari reggono, coordinare le forniture mediche

foto keystone
15 luglio 2020
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"Vigilanza, preparazione e coordinamento". L'Unione europea si prepara alla temuta seconda ondata di coronavirus e lancia il suo piano proponendo una serie di misure, a partire da una maggiore copertura dei test, oltre all'interoperabilità delle app per il tracciamento. Gli ultimi dati sui contagi certo non confortano, con la Catalogna che nelle ultime 24 ore ha registrato ben 938 casi di Covid-19. Il maggior numero di contagi, pari a 250, è nella regione di Barcellona: secondo le autorità sanitarie, i positivi accertati sono in aumento a causa di un incremento dei test, specie sugli asintomatici. Preoccupano sempre di più anche i Balcani: il numero delle infezioni cresce in Bulgaria, Romania, Croazia, Albania e Serbia, dove gli ospedali sono in tilt. Una situazione in continua evoluzione e che potrebbe presentare delle brutte sorprese soprattutto in autunno. Per Bruxelles l'obiettivo è evitare che gli Stati membri vengano colti di sorpresa qualora la curva dei contagi dovesse tornare a salire rapidamente.

Palazzo Berlaymont raccomanda perciò ai paesi di effettuare "stress test per la simulazione di possibili focolai" e per vedere se i sistemi di tracciamento ed isolamento ed i sistemi sanitari siano in grado di far fronte alla possibile nuova ondata. Si sottolinea inoltre che la necessità di affrontare i nuovi focolai in modo efficiente richiederà uno stretto coordinamento, con azioni a breve e lungo termine per rafforzare la risposta degli Stati. "Ora sappiamo di più riguardo al virus ma il nostro dovere è rimanere vigili e prevenire", ha avvertito Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea per la promozione dello stile di vita europeo. L'esecutivo comunitario intende "attingere alle lezioni degli ultimi mesi" e dunque propone di "pianificare in anticipo per evitare l'improvvisazione".

Altro elemento sarà garantire la libera circolazione delle forniture mediche essenziali nell'Unione, concludere accordi con i produttori di vaccini e facilitare studi clinici su larga scala. Bruxelles inoltre propone di finanziare e facilitare il trasporto di équipe mediche nell'Ue e tra gli Stati membri e il trasferimento di pazienti tra paesi. In questo contesto un'attenzione ed un sostegno particolare va dato agli anziani, ai più vulnerabili e a quelli con altri patologie mediche.

Intanto nuovi studi pubblicati dalla Commissione forniscono prove chiare dell'impatto della mobilità sulla diffusione del virus. I risultati mostrano anche che le misure di contenimento adottate dai governi, inclusi il distanziamento sociale e le restrizioni alla mobilità, sono state efficaci nel limitare la diffusione del Covid-19. "Questi risultati ci aiutano a prepararci per diversi possibili scenari per il futuro", ha sottolineato il commissario per il mercato interno Thierry Breton.

Insomma, l'obiettivo è non ripetere gli errori del passato, soprattutto quelli iniziali, costati caro all'Italia, primo epicentro continentale della pandemia. È stato il "Guardian" oggi a ripercorrerne le tappe e a ricordare le urgenti richieste d'aiuto cadute nel vuoto, a cui nessun paese membro né il Consiglio europeo seppero o vollero dare risposta.

Una ricostruzione, quella del giornale britannico, delle negligenze operative e gestionali imputate tra gennaio e febbraio alle istituzioni europee, incapaci di riconoscere la gravità della situazione italiana, di coordinare una risposta adeguata e di fornire la necessaria assistenza.

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