Estero

Erdogan non vuole 'interferenze', Putin lo accontenta

Su Santa Sofia il presidente turco rivendica la sovranità delle scelte e cavalca le proteste internazionali

13 luglio 2020
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"Respingiamo con forza le affermazioni su Santa Sofia" che "costituiscono un'interferenza rispetto alla sovranità della Turchia". All'indomani delle parole di papa Francesco, che si era detto "molto addolorato" per la riconversione del monumento simbolo di Istanbul da museo in moschea dopo essere stato per quasi un millennio la chiesa più grande della cristianità, il governo di Recep Tayyip Erdogan alza un muro contro le critiche. critiche attese e persino auspicate, così da poter rilanciare il tema più caro alla propaganda: la difesa della sovranità turca. Per il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, la questione resta una vicenda interna, su cui Paesi e autorità straniere non hanno diritto di intervenire.

"L'accesso a questo monumento unico della civiltà globale sarà garantito a chiunque lo desideri, inclusi i cittadini stranieri, e la sicurezza delle reliquie cristiane sarà assicurata", ha comunque confermato oggi Erdogan in una telefonata con Vladimir Putin.  Dal quale avrebbe anche ricevuto un avallo, seppure indiretto: il presidente russo ha infatti lasciato le proteste al patriarca di Mosca Kirill,mentre il governo ha constatato che si tratta di "questione interna turca". 

Sulla Turchia continuano intanto a piovere parole di sdegno e condanna. Oggi i ministri degli Esteri Ue hanno denunciato la mossa di Ankara, invitandola a rivalutare una scelta che aggiunge nuove "tensioni" a quelle per le "azioni unilaterali della Turchia, specialmente nel Mediterraneo orientale" con le trivellazioni al largo di Cipro. Per l'Austria, tra i falchi sul dossier turco, è "l'ultima provocazione di una lunga serie" e "l'Ue dovrebbe dare un taglio netto" alle relazioni e ai negoziati d'adesione.

Nuove critiche arrivano anche dai rappresentanti delle comunità religiose. Il "dolore condiviso" del Papa e degli altri leader cristiani, come il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, si è espresso "in modo chiaro", ha sottolineato monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell'Anatolia, mentre il patriarcato caldeo manifesta "tristezza e dolore" e il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (Mecc) denuncia "un attacco alla libertà religiosa". 

Nei sondaggi l'opinione pubblica in Turchia appare divisa. Per Ekrem Imamoglu, sindaco d'opposizione di Istanbul e possibile sfidante di Erdogan alle prossime presidenziali, è stata tutta una strumentalizzazione per distrarre dai problemi interni. "Invece di chiedersi se la decisione sia giusta o sbagliata - ha detto il primo cittadino - bisognerebbe chiedersi quale sarà l'effetto"

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