Estero

Arresti e confische contro boss della 'ndrangheta in Lombardia

Gli inquirenti hanno smantellato un traffico di droga e confiscato beni di proprità dello storico boss Bartolomeo Iaconis.

(Ti-Press)
6 luglio 2020
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Milano - Gli inquirenti italiani oggi hanno inflitto altri due duri colpi alla 'ndrangheta, che in questi anni ha messo sempre più radici in Lombardia.

Uno che è servito per smantellare con 17 misure cautelari eseguite dai carabinieri un traffico di droga, gestito in piazze di spaccio anche da affiliati all'ormai ben nota cosca dei Barbaro-Papalia, attiva da decenni in un'area a sud di Milano, tra Buccinasco, Cesano Boscone e Corsico. L'altro che ha portato ad una maxi confisca di beni, tra cui numerosi immobili, terreni e boschi, ma anche cavalli tenuti in un ranch, a carico dello storico boss lombardo Bartolomeo Iaconis.

Una vecchia conoscenza

Già nel '94 Iaconis, 61 anni e capo della "locale" di Fino Mornasco (Como), era stato arrestato nel maxi blitz contro la 'ndrangheta al nord "Fiori della notte di San Vito". Nel '98 era uscito dal carcere e ci è tornato lo scorso anno per l'omicidio del 2008 di Franco Mancuso nel Comasco, con indagini riaperte dopo le dichiarazioni di un collaboratore (il processo è in corso, chiesto l'ergastolo).

Oggi, dopo una serie di sequestri sul suo patrimonio già disposti lo scorso anno, è arrivato il provvedimento dei giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese, su richiesta della Direzione distrettuale anti-mafia. Giudici che gli hanno applicato anche la sorveglianza speciale per 3 anni e 6 mesi.

Nel decreto vengono riportati anche atti di indagini che nel corso degli anni hanno visto coinvolto Iaconis. E così si legge che "scritti che riportano le formule prescritte per l'affiliazione o per il conferimento delle 'doti'" della 'ndrangheta sono stati trovati in "possesso" del boss già "nel 1979", quando aveva 21 anni.

'Evidente sperequazione tra redditi dichiarati e stile di vita'

Il sequestro da oltre 1,2 milioni di euro trasformato in confisca, ha riguardato anche conti correnti e 55'000 euro trovati in una "intercapedine" dentro un muro e i beni dell'azienda agricola Bart-Ranch di Appiano Gentile (Como), compresi stalloni, puledri, ma anche bovini, pecore e capre.

I giudici parlano di "una evidente sperequazione fra redditi dichiarati e stile di vita" del boss e spiegano che dagli "anni '70" ad oggi ha continuato "ad agire a favore dell'organizzazione mafiosa 'ndrangheta, di cui ha continuato a far parte" con "ruoli decisionali e di potere".

Nel frattempo, il blitz antidroga, che si è sviluppato stamani tra Milano e Reggio Calabria, è avvenuto nell'ambito di un'indagine scatta nel 2018 e prosecuzione dell'operazione "Quadrato" che aveva già colpito un gruppo dedito al traffico di cocaina e marijuana nel sud-ovest del capoluogo lombardo. Due gli indagati con l'aggravante del metodo mafioso "per avere agevolato la 'ndrangheta a Corsico-Buccinasco" e, in particolare, i clan Barbaro-Papalia. Anche in quest'indagine sono state decisive le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.

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